Liljegren M. et al. (2015)
Criminal Behavior in Frontotemporal Dementia and Alzheimer Disease.
JAMA Neurol. 

Le malattie neurodegenerative possono causare la disfunzione di strutture neurali coinvolte nelle capacità di giudizio, nelle funzioni esecutive, nel processamento delle emozioni, nel comportamento sessuale, nella violenza e nella consapevolezza, che portano al manifestarsi di comportamenti antisociali e criminali per la prima volta in individui adulti o anziani o comunque abbastanza tardi nel corso della vita. Questi comportamenti qualche volta sono la prima manifestazione di una condizione neurodegenerativa, costituendo un peso personale, sociale e legale sui pazienti, sulle loro famiglie e sulla società. Scopo di questo studio retrospettivo è indagare la frequenza dei comportamenti criminali in pazienti con malattie neurodegenerative. Su un totale di 2397 pazienti valutati presso il Memory and Aging Center, dell’Università della California, San Francisco (UCFS), tra il 1999 e il 2012 sono stati individuati 204 pazienti che hanno mostrato comportamenti interpretati come criminali.
Rispetto alle categorie diagnostiche maggiori hanno esibito comportamenti criminali: di 545 pazienti con malattia di Alzheimer (AD) il 42 (7.7%), di 171 con variante comportamentale della demenza frontotemporale (bvFTD) il 64 (37.4%), di 89 con variante semantica dell’afasia progressiva primaria (svPPA) il 24 (27 %) e di 30 con la corea di Huntington (HD) il 6 (20%). Sulla base di tali risultati gli autori sostengono che il comportamento criminale è più comune in patologie in cui sono coinvolti i circuiti frontotemporali e frontali sottocorticali, come la bvFTD, la svPPA e la HD. Al contrario nelle neurodegenerazioni in cui sono coinvolti i circuiti ippocampali e temporo-parietale posteriori, come la AD, questi comportamenti sono molto meno frequenti. Inoltre i comportamenti criminali esibiti differiscono qualitativamente nelle diverse categorie diagnostiche, suggerendo che lo specifico coinvolgimento anatomico per le diverse neurodegenerazioni potrebbe attivare pattern comportamentali differenti. La valutazione giuridica della criminalità dei pazienti con malattie neurodegenerative potrebbe richiedere dei criteri di giudizio diversi e specifici nel sistema legale; inoltre la comparsa di un comportamento criminale in età adulta o avanzata potrebbe indirizzare giuristi ed esperti nella ricerca di una sofferenza cerebrale frontale o antero temporale e di specifiche forme neurodegenerative.

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