Meijs AP et al. (2014)
How does additional diagnostic testing influence the initial diagnosis in patients with cognitive complaints in a memory clinic setting?
Age Ageing.
In seguito alla valutazione clinica standard, capita spesso che in una clinica della memoria i pazienti con una sospetta diagnosi di demenza vengono sottoposti a test diagnostici aggiuntivi (come esami di imaging cerebrale o valutazioni neuropsicologiche).
Questo studio indaga l’utilizzo di test supplementari in una clinica ambulatoriale della memoria e come esso influenzi la diagnosi iniziale: in particolare se e che tipo di esami aggiuntivi venissero indicati come approfondimento.
Di 752 pazienti afferenti alla clinica della memoria, sono state registrate la diagnosi iniziale, posta dopo una valutazione standard clinica (anamnesi, esami di laboratorio, screening cognitivo ed esame fisico e neurologico), e la diagnosi finale, posta dopo avere a disposizione i risultati di ulteriori test.
Gli Autori hanno riscontrato che almeno un esame aggiuntivo è stata effettuato per 518 pazienti (69% del totale). Di questi, il 67% è stato sottoposto a risonanza magnetica, il 45% è stato valutato attraverso una batteria neuropsicologica, per il 14% è stato analizzato il liquido cerebrospinale e il 49% è stato sottoposto ad altri test (od a combinazioni di essi).
Questo ha portato ad una modifica della diagnosi iniziale nel 17% dei pazienti. La frequenza di cambiamento della diagnosi più alta è stata nei pazienti con un inizio di demenza di tipo non-Alzheimer (54%, contro l’11 e il 14% dei pazienti con AD iniziale e ‘nessuna demenza’, rispettivamente) ed ha visto le diagnosi finali in coloro che avevano ricevuto ulteriori esami di approfondimento così distribuite: 44% malattia di Alzheimer (AD), 9% demenza non-AD e 47% con ‘senza demenza’.
I test diagnostici aggiuntivi sono risultati indicativi ed informativi per i pazienti che si presentano con una diagnosi non-AD, mentre per coloro che hanno ricevuto una prima diagnosi di AD allo stadio iniziale o “nessuna demenza” sembra che i risultati dei test incidano poco sulla diagnosi finale, che rimane invariata dalla prima.