Morris JK et al. (2014)
Impaired glycemia increases disease progression in mild cognitive impairment.
Neurobiol Aging. 35:585-589.

Non è ancora nota l’eziologia della forma sporadica della malattia di Alzheimer (AD), la più comune. Tuttavia, i fattori di rischio per tale forma includono l’insulino-resistenza ed il diabete di tipo II. La prevalenza sia dell’insulino-resistenza che dell’AD aumenta con l’età. Inoltre, più della metà delle persone ultrasessantacinquenni ha il diabete o l’intolleranza glucidica. Pertanto, un numero crescente di individui sarà affetto da AD in comorbilità con il diabete di tipo II. Sarebbe dunque importante comprendere non soltanto l’impatto dello squilibrio glicemico sul rischio di AD, ma anche sulla progressione ad AD delle persone con decadimento cognitivo lieve (MCI). Sono stati svolti studi, infatti, che suggeriscono che il diabete accelera la conversione da MCI a demenza. Questo studio aveva l’obiettivo di esaminare la relazione tra glicemia e progressione di malattia in 264 soggetti con forma amnestica di MCI presenti nel database dell’ADNI (Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative). Tali soggetti sono stati suddivisi nel gruppo dei normoglicemici (glicemia a digiuno <100 mg/dl) e in quello con alterata glicemia a digiuno (≥100 mg/dL), che includeva anche individui con una diagnosi di diabete. È emerso che nel corso di due anni, i soggetti normoglicemici avevano un declino cognitivo e funzionale, una perdita di volume cerebrale globale e un tasso di conversione da MCI ad AD inferiori agli individui con alterata glicemia a digiuno. Non è stata rilevata alcuna differenza nel volume ippocampale e nell’ipometabolismo cerebrale tra i due gruppi. Questi risultati suggeriscono un’associazione tra un’alterato metabolismo glucidico e la progressione del declino cognitivo.

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