Alladi S. et al. (2013)
Bilingualism delays age at onset of dementia, independent of education and immigration status.
Neurology. 81:1938-1944.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di indagare l’associazione tra bilinguismo ed insorgenza dei sintomi di demenza in una popolazione di 648 pazienti con malattia di Alzheimer, demenza Frontotemporale e demenza con corpi di Lewy. Lo studio è stato condotto su una popolazione indiana considerata per la maggior parte bilingue anche tra le persone analfabete. Pertanto questo ha permesso di escludere variabili culturali come l’immigrazione o il livello di scolarità tra coloro che erano bilingui ed i monolingui. L’età di insorgenza dei primi sintomi cognitivi è stata confrontata tra un groppo di 257 individui monolingui e 391 bilingui. Sull’intero campione è emerso che i pazienti bilingui hanno sviluppato demenza in media 4 anni più tardi dei monolingui. Una differenza significativa nell’insorgenza di malattia è stata inoltre rilevata tra le persone che hanno sviluppato malattia di Alzheimer e coloro che hanno sviluppato una demenza fronto-temporale. L’effetto del bilinguismo nel ritardare l’insorgenza di demenza si è mantenuto anche considerando fattori confondenti quali il livello di scolarità, il sesso, il tipo di occupazione e il luogo di residenza (in zone urbane o rurali). Questo è il più ampio studio finora condotto sul bilinguismo in pazienti provenienti dallo stesso contesto culturale che abbia mostrato un effetto significativo del bilinguismo nel ritardare l’insorgenza di malattia in diversi sottotipi di demenza.