Lista S. et al. (2013)
CSF Abeta1-42 combined with neuroimaging biomarkers in the early detection, diagnosis and prediction of Alzheimer’s disease.
Alzheimers Dement. 

Per accelerare lo sviluppo di nuove terapie farmacologiche risultano necessarie la definizione, la qualificazione e la validazione di biomarcatori standardizzati per la malattia di Alzheimer (AD), che consentano una diagnosi precoce possibilmente ad uno stadio presintomatico ed una discriminazione da altri tipi di demenza e malattie neurodegenerative. Questa review prende in esame gli studi presenti in letteratura sui livelli di ABeta42 nel liquor cerebrospinale (CSF) come marcatore neurobiochimico dell’amiloidosi nell’AD familiare ad insorgenza precoce e ad esordio tardivo sporadico. Il suo ruolo viene discusso quando usato in combinazione con i marcatori di neuroimaging. Questi marcatori di neuroimaging multimodale, che rilevano cioè sia gli aspetti strutturali, che funzionali e metabolici della fisiopatologia cerebrale, sono di supporto per prevedere e monitorare la progressione della malattia. La combinazione di biomarcatori ricavati da diverse metodologie aumenta notevolmente l’accuratezza diagnostica sia nel distinguere pazienti da soggetti sani, che nel discriminare soggetti con disturbo cognitivo lieve che progrediscono verso uno stadio AD da coloro che rimangono stabili nel tempo. La migliore combinazione risulta quella con la misura dell’atrofia medio-temporale rilevata attraverso la risonanza magnetica (meglio se viene estratto il volume dell’ippocampo e della corteccia entorinale), i livelli di Abeta42 nel CSF e l’ipometabolismo temporoparietale rilevato con FDG-PET. Questi sono i marcatori che , se misurati ed usati in modo combinato, sanno dare una maggiore accuratezza diagnostica e pertanto risultano quelli candidati per i futuri studi farmacologici.

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