Snitz BE et al. (2013)
Cognitive trajectories associated with β-amyloid deposition in the oldest-old without dementia.
Neurology. 80:1378-1384.
Studi autoptici hanno mostrato che un numero significativo di anziani senza demenza presentano placche di beta-amiloide e grovigli neuro fibrillari nel cervello. Questa proporzione aumenta con l’età fino a giungere ad un 40% negli anziani oltre gli 80 anni in cui viene riscontrata neuropatologicamente la malattia di Alzheimer (AD). Gli studi di beta-amiloide in vivo indicano una prevalenza del 20-30% di depositi di beta-amiloide negli anziani asintomatici. A supporto della premessa che la presenza significativa di beta-amiloide (Abeta+) negli anziani asintomatici significhi AD allo stadio preclinico, diversi studi riportano un declino cognitivo negli individui cognitivamente integri ma con depositi di beta-amiloide nel cervello seguiti longitudinalmente. Altri studi trovano in tali individui caratteristiche tipiche dell’AD, come ad esempio l’assottigliamento della corteccia cerebrale, un ridotto volume ippocampale ed un aumentato rischio di progredire ad AD. L’obiettivo di questo studio era di determinare se un’alta prevalenza (55%) di Abeta+ in una coorte di 194 soggetti senza demenza tra gli 80 ed i 90 anni fosse associata ad un deterioramento cognitivo rilevabile precedentemente all’esame di tomografia ad emissione di positroni con il radio tracciante per l’amiloide 11C-PIB (PIB-PET). I risultati hanno evidenziato che i depositi di beta-amiloide erano effettivamente associati ad un declino cognitivo antecedente di 7-9 anni all’esame PIB-PET. Emergevano anche sottili differenze nei domini non mnestici, soprattutto nell’area delle funzioni esecutive, tra il gruppo di soggetti Abeta+ e quello Abeta- 7-9 anni prima dell’esame PIB-PET. Differenti traiettorie cognitive si osservavano nel corso del tempo a seconda del compito cognitivo in funzione dello stato Abeta+ o Abeta-. Benchè questo lavoro dimostri che i depositi di beta-amiloide negli anziani ultraottantenni senza demenza siano correlati ad un maggior deterioramento cognitivo nel tempo, sono necessari ulteriori studi che utilizzino misure cognitive più sensibili nella detezione dell’AD per poter parlare di trattamenti anticipati anti-amiloide.