Provenzano FA et al. (2013)
White Matter Hyperintensities and Cerebral Amyloidosis: Necessary and Sufficient for Clinical Expression of Alzheimer Disease?
JAMA Neurol.
L’attuale modello neuropatologico della malattia di Alzheimer (AD) enfatizza principalmente il ruolo dell’amiloide cerebrale come la miccia scatenante una cascata di eventi che si concludono con il processo neurodegenerativo. Nonostante i risultati consistenti che mostrano il legame tra fattori vascolari e malattia di Alzheimer, essi vengono ancora considerati un processo distinto e non una caratteristica chiave della malattia. L’obiettivo dello studio, è stato quello di determinare l’impatto delle lesioni della sostanza bianca ed il carico dell’amiloidosi cerebrale nell’espressione clinica della malattia di Alzheimer. Sono stati arruolati 20 pazienti con malattia di Alzheimer, 59 con decadimento cognitivo lieve e 21 soggetti di controllo provenienti dal database ADNI. Essi si sono sottoposti a risonanza magnetica per la valutazione delle iperintensità della sostanza bianca ed una PET-PIB per la misurazione del carico di amiloiodosi cerebrale in vivo. I risultati hanno mostrato che la positività all’amiloidosi cerebrale ed un carico significativo di lesioni alla sostanza bianca sono fattori predittivi, in modo indipendente, di diagnosi di AD. Infatti, coloro che risultavano positivi all’amiloidosi cerebrale e diagnosi di AD avevano un maggiore carico di lesioni della sostanza bianca rispetto ai controlli. Inoltre nei pazienti con decadimento cognitivo alla baseline, sia le iperintensità della sostanza bianca, che il carico di amiloidosi cerebrale aumentavano il rischio di sviluppare AD. In conclusione le iperintensità della sostanza bianca potrebbero essere un fattore necessario per la manifestazione clinica della malattia.