Seyfried LS et al. (2011)
Predictors of suicide in patients with dementia.
Alzheimers Dement. 7:567-573.

Ricevere una diagnosi di demenza aumenta il rischio di suicidio, soprattutto se i sintomi di depressione e ansia sono presenti: questi i dati suggeriti da un nuovo studio in cui sono stati confrontati pazienti con demenza che hanno tentato il suicidio e pazienti che non lo hanno mai tentato. Il campione comprendeva 294.952 pazienti ultrasessantenni con diagnosi di demenza, di cui 241 poi suicidatisi. Lo studio ha portato all’identificazione di potenziali predittori di suicidio e ha consentito l’indagine di una possibile relazione tra gravità di demenza, suicidio e metodi utilizzati per attuarlo. L’aumento del rischio di suicidio è risultato più associato con la razza bianca, presenza di depressione, uso di antidepressivi/ansiolitici e una storia di ricoveri ospedalieri psichiatrici.
Il ricovero in casa di cura è invece associato ad un rischio di suicidio più basso mentre la gravità delle altre condizioni mediche presenti sembra non influenzare il rischio di suicidio. I risultati indicano che la maggior parte dei suicidi si verifica in chi riceve una nuova diagnosi di demenza e che le armi da fuoco rappresentano la modalità più comune di suicidio (73%). In conclusione dunque i pazienti con sintomi di depressione e ansia, in trattamento psichiatrico e all’esordio di demenza sono a maggior rischio di suicidio, per cui una tempestiva individuazione di questi casi e la possibilità di affrontare le complesse questioni legate all’aumentato rischio in questi pazienti può aiutare a mitigarne le conseguenze. Dato l’alto tasso di suicidi per mezzo di armi da fuoco, un più stretto monitoraggio e la valutazione delle modalità di accesso alle armi da fuoco potrebbe ricoprire una parte essenziale della pianificazione del trattamento per i pazienti anziani affetti da demenza.

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