Schmand B. et al. (2011)
Value of Neuropsychological Tests, Neuroimaging, and Biomarkers for Diagnosing Alzheimer’s Disease in Younger and Older Age Cohorts.
J Am Geriatr Soc.

Con l’invecchiamento le caratteristiche patologiche della malattia di Alzheimer (AD) diventano meno specifiche ed all’autopsia le placche ed i gomitoli neurofibrillari sono visibili anche in molti anziani sani. Di conseguenza, nel fluido cerebrospinale delle persone più anziane rispetto ai giovani sono stati trovati livelli più bassi di beta-amiloide e più alti di proteina tau. Inoltre, nelle persone anziane spesso è prevalente un eziologia mista di demenza vascolare ed AD. Diventa quindi necessario studiare l’influenza che l’età ha sui caratteristici test diagnostici utilizzati per l’AD. In questo studio sono state comparate le caratteristiche diagnostiche dei test neuropsicologici e delle tecniche di misurazione dei marcatori biologici per l’AD in un gruppo di adulti ed anziani sani. I test neuropsicologici e la diagnostica attraverso le neuro immagini sono risultati più informativi, con una corretta classificazione diagnostica dell’84% e 82% rispettivamente. Invece, l’utilizzo della PET con fluorodeossiglucosio (FDG-PET) e la puntura lombare hanno raggiunto la corretta classificazione del 76% e del 73% dei casi. La corretta classificazione diagnostica aumentava quando le tecniche venivano utilizzate in modo combinato. I risultati hanno mostrato che le valutazioni diagnostiche tramite FDG-PET e CSF sono meno informative nel gruppo dei più anziani. Si può concludere che le tecniche di risonanza magnetica strutturale e la valutazione neuropsicologica sono le metodiche diagnostiche da utilizzare come prima scelta se si sospetta che il soggetto in esame possa avere una demenza di tipo Alzheimer.

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