È strano essere qui davanti al computer e pensare a com’eri.
Guardarti adesso fa davvero stare male: non ti ricordi del nonno, dei momenti in cui da piccola mi facevi giocare, andavamo in camera con Luca e giocavamo sul tuo lettone, non ti ricordi della tua casa, della tua vita, di quando si è sposata mamma…
L’alzheimer ti sta portando nel suo mondo tutti i giorni.
Due anni fa circa, quando è morto il nonno hai deciso di venire a vivere con noi, eravamo al settimo cielo, un po’ di compagnia è sempre bella..
La mamma poi a settembre dell’anno scorso si è accorta che c’era qualcosa che non andava, vedevi cose che non esistevano, allucinazioni tue, che credevi fossero la realtà, poi la vera realtà si è trasformata in un vero e proprio tunnel, troppo lungo per poter vedere un po’ di chiaro in fondo, l’alzheimer si era impossessato dei tuoi ricordi, della tua vita.
Da allora stai diventando la nostra bambina, ti dobbiamo vestire, ti dobbiamo accompagnare in bagno, nel giardino e a fare un giretto piccolo piccolo, perchè le tue gambe e la tua schiena sono sempre più doloranti.
La tua vita non è mai stata facile, orfana a 9 anni, sei cresciuta con i tuoi nonni che ti hanno donato la loro anima per poterti vedere felice. Poi ti sei sposata con il papà dello zio che ti ha reso vedova poco dopo. Decisa a viverti la tua vita hai incontrato il nonno, e hai avuto la mamma…momenti che amavi raccontare e che adesso sono svaniti nel nulla, chissà dove.
Quando il nonno se ne è andato facevi coraggio a me e alla mamma, sei sempre stata una donna forte. Adesso è difficile accettare la tua malattia, il vederti nel divano quasi tutto il giorno, l’accudirti, coccolarti e cercare di farti stare bene, è il nostro dovere ora.
Amo ricordare quando passavo le vacanze da voi, quando giocavamo a carte con il nonno, quando andavamo nel campo e il nonno ci brontolava sempre dietro, perchè noi facevamo di testa nostra. La rabbia più grande che ho è una sola: nessuno capisce la tua malattia, ti ridono in faccia perchè parli di cose assurde, di persone che sono morte da chissà quanti anni. Ti prendono quasi per matta, ti vogliono far camminare anche se non ce la fai più…
Nonna ti prometto che fino a che ti sará vicina io, nessuno comanderà ancora sulla tua vita, nessuno deciderà per te, perchè oltre a me, la mamma e la mia famiglia nessuno, dopo la tua malattia di ha voluto; anzi hanno detto che al ricovero c’è sempre posto.
Tu nonna ce l’hai gia un posto dove stare, ed è qui con noi. Se è vero che la vita non finisce con la morte spero proprio che nell’aldilà le tue sofferenze siano alleviate, che l’alzheimer almeno là non riesca più a raggiungerti e spero solo che ti ricorderai di me, di quella nipote che hai cresciuto, amato e che negli ultimi anni della tua vita ti è sempre stata vicino, amandoti più di tutti.
Sei speciale nonna…
Erika