Buonasera,
mi chiamo Dorina e sono una infermiera professionale che ha lavorato in RSA; dopo il liceo dedicato a finanza e contabilità, sto seguendo un master di management sanitario.
Ho letto i contributi dei familiari delle persone con Alzheimer su questo sito e ho deciso di raccontare la mia esperienza
Io sono di origine rumena; nella casa di riposo in cui ho lavorato dal 2010 fino alla fine di luglio 2012 ho incontrato pazienti di tutti tipi, tra i quali ricordo con molto affetto una signora di più di 90 anni, malata di Alzheimer. Mentre lavoravo qui in Italia, mia mamma è mancata, in Romania, a febbraio di quest’anno. Ora io ero al lavoro, il giorno prima dei funerali, a somministrare le terapie e controllare i pazienti e mi veniva continuamente da piangere e questa signora, pur essendo malata, mi ha accarezzata e mi ha detto di non piangere, che presto sarebbe passato tutto.
Noi pensiamo che questi malati non ci siano, che non siano con noi, ma in realtà sono persone molto sensibili e dolci; i sintomi sono quelli che sono, ma loro hanno comunque bisogno di avere vicino le persone che amano, anche se loro sembrano vivere in un altro mondo. Noi infermieri abbiamo il compito delicato di saper stare vicino sia al paziente sia al familiare, perchè anche i familiari soffrono, soprattutto quando hanno una mamma malata che non li riconosce più.
Ho sofferto tanto per la morte della mia mamma, ma per tranquillizzarmi penso che è mancata che aveva già 80 anni e che abbiamo parlato al telefono, prima che lei morisse, che era consapevole del mio amore per lei.
Mi fa piacere vedere che ci sono persone che si preoccupano per gli ammalati anziani; quando abbiamo studiato i 14 bisogni di ogni persona che devono essere soddisfatti, ho capito che noi infermieri siamo un punto di riferimento sia per i pazienti che per i familiari che portano da noi i loro cari e che devono essere accolti alla stessa maniera e rassicurati sul fatto che, anche in una struttura come una casa di riposo, i loro cari sono tranquilli e vivono in un posto diverso con una nuova famiglia accanto.
State uniti tra voi familiari e state vicino ai vostri ammalati: cercare di capire la malattia è l’unica cosa che possiamo fare per riuscire a vivere al meglio questo difficile periodo.
Dorina
Grazie mille per questo messaggio. Il mostro dell’Alzheimer è entrato nellamia famiglia ormai qualche anno, colpendo mia nonna e trasformandola in una persona che non riconosco più. Il sostegno dei familiari è importante per l’aiuto del malato, ma all’interno del nucleo familiare la frustrazione è palpabile e vedere mia madre piangere mi distrugge sempre. Vedere come certe persone nella famiglia si disinteressino al problema (vedi il fratello di mia madre, che ha messo tra lui e la malattia di mia nonna una distanza di 400 chilometri andandosene in germania e scrollandosi di dosso il problema) mi fa una rabbia immensa. In compenso il sorriso sul volto di mia nonna quando la abbraccio mi dà forza e mi fa credere in quello che la mia famiglia sta facendo per lei, con i sacrifici, la frustrazione, la tristezza e la rabbia. Auguro tutto il bene possibile a chi sta soffrendo per lo stesso motivo e sente un gran senso di impotenza di fronte a un familiare che questa malattia bastarda sta inesorabilmente portando via.