A cura di Lorenzo Pini

Youthful Brains in Older Adults: Preserved Neuroanatomy in the Default Mode and Salience Networks Contributes to Youthful Memory in Superaging
Sun FW, Stepanovic MR, Andreano J, Barrett LF, Touroutoglou A, Dickerson BC.
J Neurosci. 2016;36(37):9659-9668.

Nell’invecchiamento la memoria, così come altre funzioni cognitive, tende spesso a peggiorare. Solitamente, infatti, la prestazione cognitiva di una persona anziana è peggiore di quella di una persona più giovane. Tuttavia, ci sono anche persone anziane che continuano ad esibire prestazioni simili a quelle delle persone più giovani. Il 14 Settembre di quest’anno, i ricercatori guidati da Brad Dickerson del Massachusetts General Hospital, hanno esaminato l’integrità strutturale di due note reti neuronali in questi “super-anziani”: il Default Mode Network (DMN), implicato nella codifica e nel recupero di informazioni mnestiche, e il Salience Network (SN), tipicamente implicato in compiti attentivi, motivazionali ed esecutivi. Il campione di questo studio consisteva in 41 giovani (età media 25) e 40 anziani. Questi ultimi sono stati suddivisi in anziani tipici (23 persone, età media 66 anni) e “super-anziani” (17 persone, età media 68 anni), definiti sulla base del confronto tra la loro prestazione e la prestazione del gruppo di giovani al California Verbal Learning Test (CVLT), un test di misura dell’apprendimento e della memoria di materiale episodico. Analizzando gli spessori corticali, i ricercatori hanno evidenziato alcune aree all’interno del DMN e del SN dove la corteccia risulta più spessa nei “super-anziani” rispetto agli anziani tipici. Inoltre in alcune di queste aree lo spessore corticale risultava indistinguibile rispetto al campione di giovani adulti. Queste aree includono porzioni della corteccia prefrontale, temporale e del cingolato. In alcune di queste regioni, come nel cingolato e nella corteccia prefrontale, inoltre, le prestazioni di memoria correlavano con lo spessore corticale nel gruppo di anziani e “super-anziani”, suggerendo la possibilità che la preservazione corticale in queste aree possa preservare i processi sottostanti le funzioni mnestiche.
I risultati di questo studio identificano quindi quelle regioni chiavi nell’invecchiamento appartenenti al DMN e al SN. Gli autori dell’articoli sottolineano la necessità di studi futuri per investigare se questi “super-anziani” presentano caratteristiche differenti sviluppate precocemente nel corso della loro vita o se presentano una maggior resilienza all’atrofia dovuta dall’invecchiamento.
Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27629716