A cura di Sara Gipponi

Effectiveness of respite care in supporting informal caregivers of persons with dementia: a systematic review.
Vandepitte S, Van Den Noortgate N, Putman K, Verhaeghe S, Verdonck C, Annemans L.
Int J Geriatr Psychiatry 2016; 31: 1277–1288.

Sostenere familiari e amici che si prendono cura (caregiver) delle persone con demenza è considerata una strategia efficace sia per migliorare il benessere di assistente e malato sia per ritardare l’inserimento di quest’ultimo in Casa di Riposo. Molte ricerche hanno indagato l’efficacia di interventi di supporto psicoeducativi, cognitivo-comportamentali ed occupazionali ma sono pochi gli studi che hanno cercato di capire se la cosiddetta “assistenza di sollievo” (assistenza retribuita fornita dentro o fuori casa per dare ai caregiver un breve riposo dal compito della cura) possa portare i medesimi benefici. Dalla revisione della scarsa letteratura presente, che confronta tipi diversi di “assistenza di sollievo”, emerge che utilizzare un servizio giornaliero di sollievo (es. centro diurno) diminuisce, per i familiari, il peso dell’assistenza ed i fattori stressanti ad essa correlati e, per quanto riguarda i malati, riduce i problemi comportamentali e migliora la qualità del sonno. D’altro canto, si rileva che l’utilizzo della sola “assistenza di sollievo” diurna potrebbe accelerare il processo di ricovero in Casa di Riposo sebbene non sia un fattore di rischio. È bene tenere presente, per non trarre conclusioni errate, che di solito, la famiglia posticipa a lungo la ricerca di un aiuto esterno e, quindi, conosce ed usufruisce dei servizi disponibili soltanto in fase avanzata di malattia. I “ricoveri temporanei di sollievo”, invece, sembrano avere effetti meno positivi. I pazienti faticano, infatti, ad adattarsi al nuovo ambiente ed al successivo ri-ambientamento a casa propria. La consapevolezza di tali problemi dovrebbe orientare operatori e caregiver all’utilizzo di accorgimenti adeguati, sia all’ingresso in struttura che subito dopo la dimissione, per facilitare l’adattamento del malato all’ambiente, alleviando lo stress di entrambi al ritorno a casa. Questi risultati non sono esaustivi e l’efficacia dell’“assistenza di sollievo” andrebbe indagata a fondo soprattutto rispetto agli interventi a domicilio che potrebbero essere la soluzione migliore anche dal punto di vista di costi-benefici.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27245986