L’appello completo di Nunzia recita così: “Mia suocera, che ha ricevuto diagnosi di malattia di Alzheimer 3 anni fa e vive lontana da me e mio marito, sta peggiorando ed è sempre più aggressiva: pur prendendo vari medicinali per stare calma, ha sempre l’ossessione che la derubino, la droghino e manifesta molta rabbia verso tutti, non vuole che nessuno stia con lei, tanto che, spesso, mio suocero è costretto a chiamare il 118. La mia domanda è questa: facciamo bene, io e mio marito, a trasferirci per andare ad abitare più vicino a lei o è meglio lasciarla tranquilla? e poi come possiamo aiutarla quando le vengono questi attacchi d’ira?”

Gentile Signora, purtroppo i disturbi comportamentali, tra i quali l’ansia e l’aggressività che, spesso e volentieri, da essa derivano, si accompagnano molto di frequente alla malattia di Alzheimer. E’ difficile, a distanza, riuscire a rispondere ai suoi quesiti, soprattutto senza poter avere una visione completa della persona ed un quadro della sua malattia. Il suggerimento è innanzitutto quello di cercare di far fare alla signora una visita da uno specialista che riesca a dosare magari in maniera più efficace i farmaci che già prende o, in alternativa, a prescrivergliene di diversi che però riescano ad avere un effetto migliore. Tenga presente che a nessuno piace essere contraddetto nelle proprie convinzioni, men che meno ammettere di avere delle grosse difficoltà. Non potrebbe darsi che sua suocera dimentichi dove mette le cose o i soldi e, constatato lo smarrimento, accusi chi le sta intorno (il marito, ad esempio) di derubarla, oppure che, essendo molto insicura su tutto a causa della malattia che ha, reagisca all’ansia che ogni azione quotidiana le pone, con molta aggressività?

E’ un po’ la tattica dell’attacco “preventivo”: se riesce a mettersi nei panni di sua suocera e riesce ad immaginare per un attimo come potrebbe sentirsi lei se, ad un tratto, si ritrovasse in mezzo a gente che riconosce a fatica, che parla una lingua solo a volte riconoscibile, e che fa cose che lei non riesce ad interpretare, le sembrerà un po’ più comprensibile (ma non certo più facilmente sopportabile) questa “rabbia” che la signora esprime nei confronti di tutto e di tutti.

Consigliarla su una decisione molto importante per lei e la sua famiglia (trasferirsi oppure no?), che avrebbe certamente un impatto sia su sua suocera che su di lei e suo marito, è complicato senza avere presente nel dettaglio il caso. L’unico altro consiglio che posso darle è quello di non contrariare sua suocera nelle proprie convinzioni, otterrà semplicemente l’aumento dell’aggressività e della rabbia. Dica a suo suocero di accompagnarla cercando le cose scomparse assieme a lei, se è possibile farlo e, contemporaneamente, di rivolgersi all’assistente sociale del suo comune per ottenere qualche aiuto. Esistono anche le associazioni di volontariato che possono offrire supporto, sostegno e consigli pratici sulla gestione del malato a casa; provi a consultare la pagina della federazione alzheimer Italia www.alzheimer.it e controlli se c’è qualche loro sede nel territorio di residenza di suo suocero. Non sentirsi soli, soprattutto quando si devono prendere decisioni importanti, è molto importante.

A disposizione per ulteriori informazioni

Lo Staff di CentroAlzheimer.org