A cura di Sara Gipponi

“There isn’t an easy way of finding the help that’s available.” Barriers and facilitators of service use among dementia family caregivers: a qualitative study.
Macleod A, Tatangelo G, McCabe M, You E.
Int Psychogeriatr. 2017 May;29(5):765-776. doi: 10.1017/S1041610216002532.

I caregiver, ossia coloro che si prendono cura delle persone malate, presentano bisogni che molto spesso non vengono soddisfatti. Nonostante ciò, essi sembrano essere restii ad utilizzare i servizi volti a ridurre la pesantezza dell’incarico assistenziale e ad appagare le loro necessità.  Per capire cosa impedisca ai caregiver di usufruire di tali servizi, alcuni ricercatori australiani hanno intervistato 24 familiari che assistevano o il partner o un genitore affetto da demenza. Sono state poste loro domande relative alla propria esperienza con i servizi, con i gruppi di supporto e con le attività di svago. Dall’analisi delle risposte sono emersi 3 facilitatori e 6 barriere all’utillizzo dei servizi, comuni a diverse tipologie di interventi. Tra i facilitatori chiave si riscontrano una buona comunicazione tra paziente e caregiver e la conoscenza di una persona di riferimento esperta nell’ambito dell’assistenza. Le barriere, invece, sembrano essere l’incapacità di trovare informazioni pertinenti, la scarsa qualità e la poca flessibilità dei servizi e la sfiducia nei loro confronti, le convinzioni dei caregiver circa i loro obblighi e la resistenza da parte del malato. Nonostante negli ultimi anni sia aumentata la consapevolezza sociale rispetto alla disponibilità dei servizi e si sia verificata una normalizzazione del loro utilizzo, come si evince dallo studio, permangono alcune barriere che sarebbe opportuno abbattere utilizzando un approccio multifattoriale. Ad un livello personale, infatti, i caregiver necessitano di maggiore educazione ed informazione e di linee guida più accessibili. Inoltre, l’implementazione di interventi psicologici che aiutino i caregiver ad utilizzare pensieri più costruttivi e a migliorare le loro capacità di comunicare con i malati di demenza potrebbe ridurre la pesantezza del ruolo di assistente e aumentare l’utilizzo dei servizi dedicati.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28351450