A cura di Lorenzo Pini

Prolonged sleep duration as a marker of early neurodegeneration predicting incident dementia
Andrew J. Westwood, Alexa Beiser, Nikita Jain Jayandra J. Himali, Charles DeCarli, Sanford H. Auerbach, Matthew P. Pase, Sudha Seshadri
Neurology. 2017 Mar 21;88(12):1172-1179.

I disturbi del sonno sono comuni nei pazienti con diagnosi di malattia di Alzheimer (AD) ed alcuni studi hanno suggerito un’associazione tra la durata auto-riferita del sonno (sia prolungata che breve) ed il rischio di sviluppare demenza.
Recentemente, i ricercatori della Boston University School of Medicine hanno pubblicato sulla rivista Neurology, uno studio che ha investigato l’associazione tra durata del sonno, rischio di sviluppare demenza, volume cerebrale e abilità cognitive. Lo studio ha preso in esame i dati di 2457 persone (età media 72 anni) reclutate nell’ambito di una precedente ricerca (Framingham Heart Study), categorizzando in 3 livelli diversi le ore di sonno auto-riferite: breve (meno di 6 ore di sonno), standard (tra le 6 e le 9 ore) e prolungato (più di 9 ore). Durante i 10 anni di follow-up 234 partecipanti hanno sviluppato demenza e le analisi hanno evidenziato una associazione tra sonno prolungato e rischio di sviluppare demenza (hazard ratio, HR=2.01). Tale associazione risultava maggiore nei pazienti mild cognitive impairment (MCI) alla baseline (HR=2.83) e in partecipanti con una minore istruzione (HR=6.05). Inoltre, i ricercatori hanno osservato che un sonno prolungato risulta associato ad un volume cerebrale ridotto e ad una scarsa performance esecutiva. Queste associazioni erano assenti invece nei partecipanti abituati a dormire meno di 6 ore, i quali, invece, mostravano un volume cerebrale maggiore rispetto agli altri partecipanti. Le analisi, sebbene necessitino di essere confermate da altri studi indipendenti, sembrano suggerire una funzione di marker precoce di neurodegenerazione del sonno prolungato. Pertanto, la durata auto-riferita del sonno potrebbe rappresentare un utile strumento clinico per identificare le persone a rischio di progressione verso la demenza entro 10 anni.

Per maggiori informazioni.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28228567