A cura di Daniele Orlandi

La morte cellulare nella malattia d’Alzheimer è un processo graduale che inizia da aree specifiche, per poi diffondersi lentamente in tutto l’encefalo. 
Con l’insidiarsi della neurodegenerazione, le persone perdono lentamente l’indipendenza e le proprie capacità, facendo emergere insicurezza, depressione e ritiro sociale. Di sovente, i familiari non riconoscono più il carattere dei propri cari e faticano a gestire correttamente stati ansiosi e di aggressività. Per comprendere quale trattamento non farmacologico sia di maggior efficacia nel prevenire e ridurre tali aspetti della malattia, un gruppo internazionale di ricercatori ha esaminato la letteratura. Dalla meta analisi emerge che la musico terapia di gruppo è un ottimo strumento per ridurre lo stato di agitazione del paziente. I familiari invece beneficiano molto di corsi e attività formative sulla malattia. La terapia cognitivo comportamentale (e.g. training cognitivo, terapia del rinforzo) è inoltre un’altra strategia molto efficace perché permette di stimolare e gestire il paziente con efficienza e sicurezza.

L’articolo originale è consultabile al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28302633