A cura di Valentina Nicolosi

Alcuni cambiamenti nei tratti di personalità potrebbero essere associati ad un maggior rischio di sviluppare decadimento cognitivo lieve (MCI) e malattia di Alzheimer (AD). A sostenerlo è uno studio longitudinale, pubblicato in JAMA Psychiatry, che per 36 anni ha effettuato valutazioni neuropsicologiche e di personalità a 2046 persone. Circa il 18% dei partecipanti, sani all’inizio dello studio, sviluppò nel corso degli anni MCI o AD, mentre la maggioranza rimase cognitivamente integra. I ricercatori hanno valutato se vi fossero cambiamenti di personalità nei gruppi.
I risultati non hanno evidenziato un cambiamento di personalità nella fase preclinica di demenza. Inoltre non è emersa alcuna differenza nel cambiamento di personalità tra il gruppo dei sani e di coloro che svilupparono problemi cognitivi. Secondo questi dati quindi un cambiamento della personalità non è un segno precoce di demenza.
I risultati invece mostrano che coloro che negli anni sviluppano demenza, riportano un maggior nevroticismo (ossia instabilità emotiva e vulnerabilità a stress) e una minore coscienziosità (ossia poca laboriosità, perseveranza ed organizzazione) ed estroversione rispetto a quelli che rimangono sani.
In sintesi, i risultati rafforzano l’ipotesi che chi presenta tali tratti di personalità sia a maggior rischio di sviluppare AD. Resta tuttavia da dimostrare il motivo per cui alcuni tratti costituiscano dei fattori di rischio o di protezione alla malattia.

Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28975188