A cura di Federica Ribaldi
Interpreting Biomarker Results in Individual Patients With Mild Cognitive Impairment in the Alzheimer’s Biomarkers in Daily Practice (ABIDE) Project.
van Maurik IS, Zwan MD, Tijms BM, Bouwman FH, Teunissen CE, Scheltens P, Wattjes MP, Barkhof F, Berkhof J, van der Flier WM; Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative.
JAMA Neurol. 2017 Oct 16. doi: 10.1001/jamaneurol.2017.2712. [Epub ahead of print]
La demenza di Alzheimer (AD) è preceduta da una lunga fase di “predemenza” definita spesso come decadimento cognitivo lieve (MCI). In questa fase, l’incidenza di progressione a demenza è del 50% nel corso di 3 anni.
Nei pazienti MCI l’identificazione dei marcatori di malattia può aiutare a distinguere i soggetti che progrediranno a demenza rispetto a quelli che rimarranno stabili o torneranno ad uno stato normale. I marcatori che sono in grado di identificare con maggiore probabilità i soggetti ad alto rischio di progressione sono l’atrofia cerebrale (visibile alla risonanza magnetica cerebrale, MRI) e la concentrazione di proteina amiloide e tau nel liquido cerebrospinale (CSF). Dalla letteratura scientifica non è ancora chiaro come interpretare i livelli intermedi di marcatori e come combinare tali livelli con le caratteristiche demografiche del paziente nella valutazione del rischio di progressione individuale. Lo scopo del presente studio è quello di fornire un modello statistico prognostico che combini i dati dei marcatori e quelli demografici, in modo da stabilire la probabilità di progressione a demenza in un campione di 525 MCI. Per tutti i pazienti si disponeva di valutazione clinica e neuropsicologica alla baseline, marcatori del CSF, MRI, e valutazione clinica e neuropsicologica a distanza di tempo (media 2.4 anni). Il modello che è stato proposto teneva in considerazione le seguenti variabili, sia separatamente che in un modello integrato: dati demografici (età, sesso, scolarità); cognitività globale (MMSE score); marcatori del CSF (amiloide, tau); atrofia cerebrale (volume dell’ippocampo, volume totale del cervello, atrofia ippocampale e globale). I risultati mostrano che sulla base delle variabili demografiche e della cognitività il rischio di progressione ad AD, dopo 3 anni, varia dal 26% in maschi giovani con MMSE di 29 a 76% in donne anziane con MMSE di 24. Nel modello integrato invece, il rischio di progressione per i soggetti con livelli anormali dei marcatori varia da 26% (rischio ad un anno) all’89% (rischio a 3 anni). In presenza di valori normali degli stessi marcatori il rischio di progressione a demenza scendeva al 4% a distanza di 1 anno e 0,5% a 3 anni. Questo modello fornisce un approccio preciso che permetta l’identificazione personalizzata della progressione clinica in base ai marcatori e ai dati demografici. Questo studio propone quindi un modello prognostico di supporto nella pratica clinica in fase di “predemenza” che aiuterà i clinici nell’applicazione dei marcatori nella pratica quotidiana e nelle decisioni circa il possibile trattamento.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29049480