A cura di Martina Montalti
Systemic inflammation as a predictor of brain aging: Contributions of physical activity, metabolic risk, and genetic risk.
Corlier F, Hafzalla G, Faskowitz J, Kuller LH, Becker JT, Lopez OL, Thompson PM, Braskie MN.
Neuroimage. 2018 Jan 18. pii: S1053-8119(17)31049-2. doi: 10.1016/j.neuroimage.2017.12.027. [Epub ahead of print]
I processi infiammatori contribuiscono alla degenerazione cerebrale sia nell’invecchiamento normale che patologico (i.e. malattia di Alzheimer, AD) e sono influenzati da diversi fattori tra cui l’attività fisica e il rischio metabolico e genetico. AD.
Capire quale sia l’interazione tra i suddetti fattori, modificabili e non, e il loro contributo alla degenerazione potrebbe aiutare a sviluppare nuovi interventi di prevenzione del declino cognitivo. Sono stati analizzati i dati provenienti da una coorte di 226 anziani sani, rimasti cognitivamente integri per 9 anni. Sono state prese in considerazione le seguenti variabili, rilevate all’inizio dello studio: (i) fattori di rischio pro-infiammatorio nel sangue (proteina C-reattiva, CRP); (ii) fattori di rischio metabolico (indice di massa corporea; livelli di insulina; livelli trigliceridi nel sangue); (iii) fattori di rischio genetico (apolipoproteina-E, APOE ε4; varianti genetiche ritenute rilevanti sia per l’AD che per la risposta infiammatoria/immunitaria); (iv) attività fisica (questionari self-report). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale (MRI) a distanza di 9 anni, utilizzata per estrarre i volumi ippocampali e gli spessori di 9 regioni corticali AD-relate. Un modello matematico è stata applicato per indagare se le misure di infiammazione periferica sono in grado di mediare il contributo dei diversi fattori di rischio e dell’attività fisica all’inizio dello studio sullo spessore corticale nelle aree cerebrali di interesse all’anno 9. I risultati evidenziano come alti livelli periferici di CRP, così come i fattori di rischio genetico e l’APOE, siano predittivi dell’assottigliamento corticale associato all’AD. Anche i fattori di rischio metabolici riducono gli spessori corticali, ma tale influenza risulta essere mediata dalla CRP. Tale proteina svolge un ruolo da mediatore anche per l’APOE ε4, che quindi ha un effetto sia diretto che mediato sullo spessore corticale all’anno 9. Infine, l’attività fisica risulta essere associata con un maggiore volume ippocampale. Il presente, è uno dei primi studi a valutare l’influenza di diversi fattori sul profilo infiammatorio e sull’invecchiamento cerebrale. Ribadisce inoltre il ruolo centrale dell’infiammazione periferica sui processi neurodegenerativi.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29357308