A cura di Federica Ribaldi

Skip the salt: your brain might thank you
Shaik MA & Hillman EMC
Nat Neurosci. 2018 Feb;21(2):154-155. doi: 10.1038/s41593-018-0068-6.

Il consumo eccessivo di sale ha un effetto dannoso sulla nostra salute. A rivelarlo diversi studi che ne hanno dimostrano l’influenza sul cervello e le funzioni cognitive, con il ruolo primario dell’ipertensione. Uno studio recente, pubblicato su Nature Neuroscience, ha confermato tale effetto nocivo sostenendo però un meccanismo indipendente dall’ipertensione. Il protagonista sarebbe l’asse intestino-cervello, strettamente connesso con il sistema immunitario. Gli autori hanno condotto esperimenti in vivo su topi alimentati con una dieta ricca di sale (HSD) per 8 settimane. I risultati mostrano che le elevate quantità di sodio determinano un aumento dei linfociti T helper 17 e ciò favorisce il rilascio di una proteina pro-infiammatoria, l’interleuchina-17 (IL-17). L’IL-17 agisce sulle cellule endoteliali cerebrali, che regolano il flusso di sangue tramite la produzione di ossido nitrico (vasodilatatore), portando alla considerevole riduzione del flusso ematico nella corteccia e nell’ippocampo. A seguito dell’HSD, i topi hanno mostrato una riduzione delle prestazioni di memoria spaziale e nelle attività della vita quotidiana (e.g. costruzione del nido). Gli effetti osservati sono risultati indipendenti da fattori quali l’età o condizioni cliniche croniche (i.e. diabete); i topi sviluppavano demenza anche in assenza di pressione arteriosa elevata. Fortunatamente, gli effetti dell’HSD sono reversibili: una dieta equilibrata per 4 settimane è in grado di ristabilire il normale funzionamento dell’asse intestino-cervello e migliorare le prestazioni dei topi. Inoltre, somministrando un anticorpo contro l’IL-17, utilizzato per chi soffre di sclerosi multipla, malattie infiammatorie o autoimmuni, sono stati contrastati gli effetti dell’HSD, supportandone l’uso come integratore alimentare. Lo studio getta una nuova luce sull’asse intestino-cervello e sulla comprensione dell’influenza dell’intestino e del microbioma su organi apparentemente distanti. È sempre più chiaro che il nostro intestino e il nostro cervello sono fisiologicamente legati e che comunicano tramite il sistema immunitario e la rete vascolare.

Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29371655