A cura di Roberta Baruzzi

Numerosi studi riportano una relazione positiva tra attività fisica e funzioni cognitive. Tuttavia non è chiaro se tale legame sia effettivamente dovuto al livello di allenamento fisico o se sia mediato da altri fattori quali la stimolazione sociale/cognitiva. Per questo motivo, uno studio pubblicato sulla rivista Neurology ha misurato il rischio di sviluppare demenza nel corso di 44 anni in un gruppo di 191 donne sane di mezza età (38-60 anni) provenienti dallo studio svedese Prospective Population Study of Women e classificate in base alla capacità cardiovascolare con un test oggettivo.  Le donne eseguivano una prova di sforzo con cicloergometro (cyclette) di difficoltà crescente fino a raggiungere lo sforzo massimo, durante il quale sono stati misurati diversi parametri fisiologici e una scala di percezione dello sforzo. Sulla base dei risultati, le donne sono state suddivise in tre gruppi in base alla loro capacità cardiovascolare: bassa, media e alta e sono state sottoposte a 6 diverse valutazioni neuropsichiatriche (dal 1968 al 2012) per individuare l’eventuale insorgere di demenza. Nel corso degli anni, 44 donne hanno sviluppato una forma di demenza: il 32% del gruppo con bassa capacità, il 25% di quello con media capacità e il 5% di quello con alta capacità. Da quanto è emerso dallo studio, quindi, le donne svedesi di mezza età con un’alta capacità cardiovascolare hanno minore probabilità di sviluppare demenza e l’età di esordio è ritardata di 9,5 anni rispetto a coloro che erano moderatamente allenate. Secondo gli autori, pertanto, promuovere la capacità cardiovascolare con l’attività fisica potrebbe rivelarsi utile nella prevenzione e nel ritardare l’insorgere della malattia.

Ulteriori informazioni sono reperibili al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29540588