A cura di Valentina Saletti

Un recente articolo pubblicato su Brain, Behavior and Immunity descrive un’interessante ricerca che ha testato su un campione di topi una sorta di “vaccino” contro lo stress. Si è visto che i topi a cui veniva iniettata una combinazione di batteri (Mycobacterium vaccae) una volta alla settimana per tre volte, erano in grado di resistere più facilmente a condizioni di stress.
Uno dei ricercatori sottolinea che il ruolo benefico per la salute psichica di tali probiotici (cioè micro-organismi vivi, che potremmo definire “batteri buoni”) è già stato testato da diversi studi e suggerisce che, in futuro, un probiotico a base del batterio Mycobacterium vaccae potrebbe essere usato preventivamente con persone a rischio di sviluppare disturbi d’ansia e da stress-post traumatico. Anche nell’ambito della malattia di Alzheimer sono state fatte diverse ricerche che hanno cercato di dimostrare un’associazione tra probiotici e miglioramento del funzionamento cognitivo; si sono ottenuti riscontri positivi, ma la strada verso un miglioramento stabile e duraturo è ancora lunga. Risulta sempre più importante, quindi, puntare sulla prevenzione ed è fondamentale capire innanzitutto quali siano i “batteri cattivi” che contribuiscono allo sviluppo della demenza di Alzheimer (AD). Recenti scoperte, infatti, dimostrano come l’abbondanza di particolari batteri nell’intestino sia una possibile causa di accumulo di beta-amiloide, proteina tossica per il nostro cervello e implicata nello sviluppo di AD. A tal proposito presso il nostro Centro, oltre ad essere attivi studi di prevenzione, è in corso uno studio che mira ad esplorare il collegamento tra AD e flora batterica intestinale ed orale. Ciò potrebbe aiutare nella formulazione di nuovi biomarcatori che consentano una diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e permettano, di conseguenza, di individuare più tempestivamente nuove opportunità terapeutiche.

Potete trovare l’articolo pubblicato su Popular Science:
http://www.popsci.it/stress-e-se-servisse-un-vaccino.html

È possibile trovare l’articolo originale della ricerca sopra descritta al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29807129

Per informazioni relative agli studi in corso e in attivazione presso il nostro Centro è possibile contattare il seguente indirizzo mail: nuovifarmaci@centroalzheimer.org