A cura di Valentina Saletti

Un recente articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera vede come protagonista il tema della mancanza di risorse per i malati di Alzheimer e le loro famiglie. A mettere in luce questo problema è il direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, Prof. Marco Trabucchi, il quale, in una lettera pubblicata sul Corriere, sottolinea come spesso le famiglie di persone affette da malattia Alzheimer si ritrovino da sole a fare i conti con la gestione del proprio caro. I familiari cercano un modo per affrontare la situazione, incoraggiando il malato a sforzarsi, aiutandolo a non dimenticare, a tenersi attivo, a “comportarsi bene” e capita che cambino le loro abitudini, facendo di tutto affinché il proprio caro stia meglio. Ma in questi momenti chi li sostiene? Chi li aiuta nel percorso di consapevolezza e accettazione della malattia? Ed è proprio qui che si fa chiaro il bisogno di più supporti. Il tipo di aiuto di cui si parla non è solo economico, ma anche psicologico e infermieristico. Anche il consigliere comunale di Brescia, Donatella Albini, intervistata dal Corriere, afferma che «stanziare più posti nelle Residenze Socio-Assistenziali (RSA) ha senso (..), però quello di cui c’è più bisogno è far crescere la rete dei servizi domiciliari a supporto delle famiglie» ed aggiunge, inoltre, «bisogna curare il più possibile a domicilio, ma non si possono lasciare le famiglie da sole». Un altro elemento importante, sottolineato nell’articolo, è il fatto che la malattia comporta un peggioramento graduale di cui l’RSA rappresenta spesso solo “l’ultima spiaggia”.  Per far sì, quindi, che la gestione domiciliare non sia solo fonte di difficoltà e sofferenza, è necessario sostenere le famiglie: c’è bisogno di organizzazione, collaborazione e finanziamenti adeguati. Inoltre, Trabucchi rimarca un altro aspetto degno di rilievo: «essere consapevoli della malattia è fondamentale per frenarne il decorso e decidere sul proprio futuro: ecco perché dico che la diagnosi precoce è un diritto». E, a conclusione dell’articolo, afferma «Spero che nel giro di qualche anno si arrivi ad una soluzione farmacologica. Ma i dati – dice – promettono bene».

Potete trovare l’articolo del Corriere della Sera al seguente link:

https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/19_gennaio_03/alzheimer-famiglie-sono-sole-servono-piu-risorse-542c22dc-0f45-11e9-8942-0b2d1a385761.shtml