A cura di Giulia Quattrini
Soldan A, Pettigrew C, Fagan AM, Schindler SE, Moghekar A, Fowler C, et al.
ATN profiles among cognitively normal individuals and longitudinal cognitive outcomes.
Neurology. 2019 Mar 6. pii: 10.1212/WNL.0000000000007248 [Epub ahead of print]
Come ormai confermato da numerose evidenze scientifiche, la neuropatologia associata alla malattia di Alzheimer (AD) è già rintracciabile molti anni prima dell’esordio clinico. Per tale motivo, risulta di particolare rilevanza lo studio delle fasi precliniche, cioè di soggetti cognitivamente sani ma a rischio di sviluppare demenza a causa della presenza dei segni neuropatologici di AD. Nel 2018 il National Institute on Aging (NIA) e l’Alzheimer’s Association (AA) hanno proposto una nuova classificazione della patologia basata sulla presenza (o assenza) di 3 processi: amiloidosi, taupatia, neurodegenerazione (classificazione ATN), rilevabili tramite esami del liquor, PET e MRI. La classificazione ATN individua in tal modo 8 possibili profili di rischio per l’AD, dal completamente negativo A-T-N- al completamente positivo A+T+N+. Al momento, tuttavia, non è noto quale di questi profili si associ ad un maggiore rischio di AD o declino cognitivo. Una prima risposta a tale quesito è stata data da uno studio recente che ha unito i dati di 4 coorti, per un totale di 814 partecipanti, seguiti per un periodo di follow-up medio di 7 anni e classificati secondo lo schema ATN. I risultati hanno rivelato che solo i soggetti classificati A+T+N+ mostrano un marcato decadimento cognitivo rispetto ai soggetti A-T-N-. Lo stesso dato è emerso utilizzando una precedente classificazione del gruppo NIA-AA, basata sulla presenza (o assenza) di amiloidosi e tau. Questi dati portano alla conclusione che è necessaria la presenza concomitante di amiloidosi e patologia tau perché aumenti il rischio di sviluppare decadimento cognitivo nel futuro.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30842300