A cura di Ilaria Passeggia

The Association between Mushroom Consumption and Mild Cognitive Impairment: A Community-Based Cross-Sectional Study in Singapore.
Feng L., Cheah I.K., Xi Ng M.M, Li J., Chan S.M., Lim S.L., Mahendran R., Kua E.H., Halliwell B.
Journal of Alzheimer’s Disease. 2019;68(1):197-203. doi: 10.3233/JAD-180959.

Il consumo regolare di funghi può rappresentare un fattore di protezione a livello cognitivo? Per rispondere a questa domanda, alcuni ricercatori dell’università di Singapore hanno analizzato i dati raccolti in uno studio della durata di 6 anni su 663 partecipanti ultra-sessantenni senza deficit cognitivi o con deterioramento cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI), condizione connessa alle prime avvisaglie di demenza. I risultati hanno permesso di rilevare un’associazione significativa tra il consumo di alcune tipologie di funghi e il benessere cognitivo nella popolazione anziana, legame che sembrerebbe essere indipendente da altre variabili quali età, genere, storia medica, fumo, alcool, attività fisica e sociale. In particolare, consumare più di due porzioni di funghi a settimana, per un totale di circa 300 grammi, ridurrebbe la probabilità di sviluppare MCI. Tale associazione sembra essere supportata dal fatto che questi alimenti contengono sostanze importanti per il nostro organismo, tra cui l’ergotioneina, un amminoacido con una potente azione antiossidante e antinfiammatoria, e altre componenti potenzialmente in grado di inibire la produzione di beta-amiloide e di tau, proteine coinvolte nell’insorgenza ed evoluzione della malattia di Alzheimer. Come sottolineato dagli stessi ricercatori, i dati emersi non dimostrano una causalità diretta tra ridotto consumo di funghi e declino cognitivo; non basta, infatti, il consumo di un singolo alimento a prevenire i sintomi cognitivi connessi a MCI o a demenza. Ciò che è stato dimostrato è che una dieta variegata e ricca di sostanze nutritive, tra cui quelle contenute nei funghi, e uno stile di vita sano possono proteggere dal declino cognitivo e dalla demenza.

Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30775990