A cura di Anna Mega
Sebbene sia noto come la scarsa acuità visiva sia associata ad un maggior rischio di demenza, sono scarsi gli studi che hanno indagato longitudinalmente questa relazione escludendo l’influenza di altri potenziali fattori di rischio, come i fattori demografici (es. età, sesso, istruzione), condizioni mediche (es. rischio cardiovascolare, depressione), stile di vita (es. dieta, esercizio fisico). A farlo sono stati gli autori di uno studio pubblicato sul Journal of Gerontology: Medical Sciences, i quali hanno esaminato per sei anni un gruppo di 15576 persone senza deficit cognitivi di età superiore o uguale a 65 anni (età media=74.5). Gli stessi sono stati sottoposti annualmente a valutazione cognitiva e ad un’analisi dettagliata di molteplici fattori di rischio. L’acuità visiva è stata esaminata utilizzando la tabella di Snellen. Nel corso dei sei anni, 1349 persone hanno sviluppato demenza. I risultati hanno mostrato un’associazione significativa tra acuità visiva ad inizio studio e maggiore incidenza di demenza, anche dopo aver controllato per i fattori di rischio ed aver escluso le persone che avevano sviluppato deficit cognitivi entro tre anni dall’arruolamento. La maggiore associazione è stata riscontrata nelle persone per cui si era rilevato un deficit visivo moderato e grave: il rapporto circa il rischio di demenza era rispettivamente pari a 1.19, 2.09 e 8.66 per il deficit visivo lieve, moderato e grave. Ciò suggerisce quanto sia importante l’esame dell’acuità visiva nella valutazione globale del rischio di demenza.
È possibile visionare l’intero articolo al seguente link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32043518