A cura di Giulia Quattrini
Malpetti M, Kievit RA, Passamonti L, Jones PS, Tsvetanov KA, Rittman T, Mak E, Nicastro N, Bevan-Jones WR, Su L, Hong YT, Fryer TD, Aigbirhio FI, O’Brien JT, Rowe JB.
Microglial activation and tau burden predict cognitive decline in Alzheimer’s disease.
Brain. 2020 May 1;143(5):1588-1602. PMID: 32380523.
Taupatia, neuroinfiammazione e neurodegenerazione sono processi centrali nella malattia di Alzheimer (AD). Ognuno di essi ha un ruolo specifico nella progressione clinica della patologia, secondo meccanismi ancora da chiarire. In un lavoro di recente pubblicazione è stato indagato in vivo il loro valore predittivo rispetto al decadimento cognitivo. Sono stati coinvolti 12 AD, 14 MCI con amiloidosi e 29 controlli sani, sottoposti a valutazioni cognitive e ad acquisizioni MRI annuali, sia in modalità PET (per rilevare la presenza di taupatia e neuroinfiammazione) che strutturali (per atrofia corticale), per un follow-up complessivo di 3 anni. Le analisi di neuroimmagine si sono focalizzate sulla regione temporoparietale, altamente vulnerabile ai meccanismi patofisiologici di AD ed hanno mostrato che i marcatori di taupatia, neuroinfiammazione e atrofia corticale sono in grado di predire il decadimento cognitivo in maniera indipendente tra loro. Tuttavia, la miglior capacità predittiva è emersa per i valori alla baseline della PET per tau (area temporoparietale posteriore) e per neuroinfiammazione (area temporale anteriore). Questi dati preliminari suggeriscono il maggior valore predittivo della PET rispetto alla MRI strutturale nei confronti del decadimento cognitivo in AD, supportandone l’utilizzo per finalità prognostiche e di stratificazione dei pazienti nel contesto dei clinical trials.
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