Le persone affette da demenza sono spesso difficili da trattare a causa dei sintomi dovuti alla malattia, infatti oltre ai disturbi di tipo cognitivo, spesso sono presenti apatia, ansia e depressione. Un buon modo di approcciare questi pazienti è quindi sfruttare le loro risorse residue e una comunicazione semplificata. Le emozioni, i ricordi, caratteristiche importanti della biografia del paziente e le percezioni possono quindi essere utilizzate come risorse, anche quando la comunicazione sembra essere apparentemente molto difficile. Per questi motivi, con questi pazienti si raccomandano interventi non farmacologici volti a valorizzare questi aspetti.

Alcuni ricercatori tedeschi hanno quindi disegnato un protocollo di ricerca volto a valutare l’effettiva efficacia di questo genere di trattamenti. Verranno coinvolti 90 pazienti suddivisi in quattro gruppi, tre dei quali parteciperanno a tre differenti interventi non farmacologici, mentre il quarto costituirà il gruppo di controllo. Lo studio avrà una durata di 12 mesi, durante i quali i partecipanti verranno periodicamente monitorati. Gli autori si aspettano risultati che dimostrino l’efficacia di questi trattamenti rispetto al gruppo di controllo. Un esito di questo tipo potrebbe quindi aprire nuove strade a questo genere di terapie.