Le persone con malattia di Alzheimer che sviluppano un’infezione devono essere trattati il più presto possibile per evitare il peggioramento della demenza. Questo è quanto è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology da ricercatori inglesi dell’ Università di Southampton, diretti da Clive Olmes. La ricerca ha trovato un legame tra le infezioni comuni, come un raffreddore, virus allo stomaco o infezione delle urine e un aumento del tasso di declino cognitivo. Sono stati esaminati 265 anziani di ambo i sessi, di cui il 59% erano affetti da malattia di Alzheimer e il 41 da Alzheimer possibile, sia con scale neuropsichiatriche che valutando il loro livello ematico dei marcatori infiammatorii. Le persone che presentavano già all’ inizio elevati livelli dei marcatori hanno poi avuto il maggior declino cognitivo. I risultati hanno mostrato che le persone con un tasso più rapido (circa il doppio) di declino cognitivo erano più suscettibili alle infezioni, ma non è stata trovata alcuna evidenza che suggerisca che le persone con demenza grave siano più inclini ad avere infezioni. Questo studio rappresenta un passo importante verso la comprensione dei processi che si verificano durante l’insorgenza della malattia di Alzheimer. Sappiamo che ci potrebbe essere un legame tra i processi infiammatori e rischio di Alzheimer già da studi precedenti, come il noto studio internazionale Framingham, ma questa relazione non è ancora pienamente compresa. Per questo motivo è necessario approfondire le ricerche su questa linea d’indagine. Nel frattempo è importante che chi si occupa di assistere le persone anziane, soprattutto le persone con demenza, sia vigile nell’identificare possibili infezioni e si rivolga ad un medico perché siano trattate efficacemente.