A cura di Ilaria Passeggia
Tra i fattori di protezione per la salute cerebrale sappiamo che l’attività fisica svolge un ruolo molto importante. Diversamente, l’esposizione all’inquinamento atmosferico rappresenta un fattore di rischio per il benessere del nostro cervello. Ma quale associazione c’è tra questi due aspetti? Cosa succede, cioè, se l’attività fisica viene svolta in aree con alto tasso di inquinamento? Un recente studio, pubblicato sulla rivista Neurology, ha cercato di rispondere a tale quesito prendendo in considerazione i livelli di attività fisica di 8600 partecipanti tra i 40 e i 69 anni, le loro scansioni cerebrali ottenute tramite risonanze magnetiche e i tassi di inquinamento cui erano esposti. Da un lato, i risultati hanno comprovato gli effetti positivi dell’attività fisica, dimostrando che, a livello di immagini cerebrali, chi pratica sport e movimento presenta minori evidenze di restringimento del volume della sostanza grigia e un miglior funzionamento delle connessioni tra aree cerebrali. Dall’altro lato, come atteso, si conferma l’associazione negativa tra inquinamento e benessere; infatti, chi vive in aree con tassi di inquinamento più elevati mostra un minore volume cerebrale. Il risultato più importante dello studio riguarda, però, l’interazione tra i due fattori: una maggiore esposizione all’aria inquinata per chi si allena è associata a connessioni cerebrali meno sane, specialmente in chi pratica intensi livelli di attività fisica. Tuttavia, non è stato riscontrato alcun effetto negativo a livello di volume cerebrale. In altre parole alcuni dei benefici apportati dall’esercizio fisico vanno persi se tale attività aumenta l’esposizione all’inquinamento atmosferico. Vista l’importanza comprovata del movimento per la nostra salute, gli autori suggeriscono di correre o andare in bicicletta percorrendo tracciati lontani dal traffico intenso, pur riconoscendo l’impraticabilità di tale opzione in determinate aree urbane. A lungo termine, andrebbero messi in atto maggiori sforzi per combattere il riscaldamento globale e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili anche alla luce dei benefici che si potrebbero trarre a livello di benessere cerebrale.
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