A cura di Alessandra Lamanuzzi
BMI decline patterns and relation to dementia risk across four decades of follow-up in the Framingham Study.
Alzheimers Dement. 2022 Dec 15. doi: 10.1002/alz.12839. Epub ahead of print. PMID: 36519667.
Il sovrappeso è un fattore di rischio per demenza, ma la relazione tra l’indice di massa corporea (BMI) e lo sviluppo di demenza è tutt’altro che lineare e statica, in quanto vi sono molteplici fattori nel corso della vita di una persona che possono modularne il rapporto.
Recentemente sono stati pubblicati i risultati di una ricerca longitudinale che ha studiato più di 2000 soggetti nell’arco di quarant’anni. Sono stati selezionati soggetti che al momento dell’arruolamento nel progetto avevano tra i 30 e i 50 anni, sono state inoltre raccolte alcune informazioni personali (BMI, età, scolarità, genere, stato civile, essere fumatori, essere consumatori assidui di alcol o di bevande a base di caffeina, ore di sonno) ed è stato valutato lo stato cognitivo attraverso una valutazione neuropsicologica (all’arruolamento il 97% del campione era cognitivamente sano e il 3% aveva diagnosi di demenza). Queste variabili sono state poi monitorate nel tempo.
Da questo studio è emerso che un incremento di BMI nella prima età media (40-50 anni) seguito da un suo decremento (oltre i 50 anni) sarebbe associato ad un rischio maggiore di sviluppare demenza. Inoltre, un calo di peso legato ad una comorbilità dopo i 50 anni sembrerebbe essere anch’essa associata ad un rischio maggiore di sviluppo di demenza.
Ulteriori studi sono necessari, tuttavia, per spiegare meglio la relazione esistente tra BMI e sviluppo di demenza, tenendo conto, ad esempio, dei fattori che tipicamente vengono considerati di protezione per lo sviluppo di demenza (attività fisica o alimentazione sana) o di altre variabili che possono incidere sulla neurodegenerazione.
È possibile visionare l’articolo originale, cliccando il seguente link: