A cura di Claudio Singh Solorzano

Swaddiwudhipong N, Whiteside DJ, Hezemans FH, Street D, Rowe JB, Rittman T.
Pre-diagnostic cognitive and functional impairment in multiple sporadic neurodegenerative diseases.
Alzheimers Dement. 2023 May;19(5):1752-1763. doi: 10.1002/alz.12802.

I meccanismi fisiopatologici che portano a malattia neurodegenerativa iniziano molti anni prima della sua diagnosi. Conoscere i cambiamenti cognitivi e funzionali nelle fasi pre-diagnostiche può essere importante per sviluppare trattamenti preventivi; tuttavia gli studi su questo argomento sono molto pochi.

Usando il database biomedico “UK Biobank”, un recente studio longitudinale ha indagato su un campione di 493.735 soggetti (per la maggior parte caucasici) i cambiamenti cognitivi e funzionali che caratterizzavano le persone che negli anni successivi (in media tra i 5 e gli 9 anni dopo) avrebbero sviluppato uno dei seguenti disturbi neurodegenerativi: malattia di Alzheimer (n=2.778), demenza frontotemporale (n=211), malattia di Parkinson (n=2.370), paralisi sopranucleare progressiva (n=133), demenza a corpi di Lewy (n=40) o atrofia sistemica multipla (n=73). A livello cognitivo gli aspetti valutati comprendevano: intelligenza fluida, tempi di reazione, memoria a breve termine e memoria prospettica. A livello di funzionalità fisica gli aspetti valutati comprendevano: stato di salute generale, cadute nell’ultimo anno, forza di presa isometrica di entrambe le mani, e accumulo o perdita di peso. Sono stati estratti per ogni dominio non solo la prima misura disponibile, ma anche le successive misurazioni fino alla diagnosi di malattia neurodegenerativa, in modo da capire l’andamento di queste variabili nel periodo pre-diagnosi. I principali risultati dello studio hanno mostrato che nei soggetti che avrebbero sviluppato malattia di Alzheimer erano presenti punteggi pre-diagnostici (facendo riferimento solo alla prima valutazione disponibile) più alterati in tutti i test cognitivi eseguiti, un peggioramento della salute generale, maggior numero di cadute e una perdita di peso rispetto ai controlli che non avrebbero sviluppato nessuna malattia neurodegenerativa. Inoltre, per le misure cognitive – ad eccezione della memoria a breve termine – e per i livelli di forza di presa isometrica di entrambe le mani c’era significativo declino progressivo nel tempo fino alla diagnosi di malattia di Alzheimer. Ulteriori differenze significative medio-grandi rispetto ai controlli sono state trovate nel confronto con il campione che avrebbe sviluppato demenza frontotemporale o paralisi sopranucleare progressiva con tempi di reazione più lenti e livelli più bassi di intelligenza fluida e salute generale. Inoltre, nei soggetti che avrebbero sviluppato paralisi sopranucleare progressiva era presente un significativo e progressivo rallentamento dei tempi di reazione e peggioramento dello stato di salute nel periodo precedente alla diagnosi.

Questi risultati suggeriscono l’utilità di uno screening basato su semplici misure cognitive e funzionali con l’obiettivo di individuare i soggetti più a rischio  di sviluppare malattia neurodegenerativa, che potrebbero beneficiare di trattamenti sperimentali preventivi.

Per un approfondimento, di seguito il link all’articolo originale:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36223793/