A cura di Silvia Saglia

Erickson P, Simrén J, Brum WS, Ennis GE, Kollmorgen G, Suridjan I, Langhough R, Jonaitis EM, Van Hulle CA, Betthauser TJ, Carlsson CM, Asthana S, Ashton NJ, Johnson SC, Shaw LM, Blennow K, Andreasson U, Bendlin BB, Zetterberg H; ADNI Cohort.
Prevalence and Clinical Implications of a β-Amyloid-Negative, Tau-Positive Cerebrospinal Fluid Biomarker Profile in Alzheimer Disease.
JAMA Neurol. 2023 Jul 31:e232338. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.2338.

L’analisi dei biomarcatori presenti nel liquido cerebrospinale (CSF) può fornire supporto alla diagnosi clinica di malattia di Alzheimer (AD), permettendo di rilevare alterazioni nelle due proteine che caratterizzano la malattia – amiloide e tau. Mentre una riduzione della proteina amiloide (A+) nel CSF sembra aumentare il rischio di sviluppare declino cognitivo, meno chiaro è se un aumento di proteina tau in assenza di amiloide (A-T+) sia associato a decadimento cognitivo.

Un recente studio retrospettivo ha indagato la prevalenza e la prognosi del profilo liquorale A-T+, valutando la traiettoria dei biomarcatori e delle funzioni cognitive in quattro ampie coorti: 7679 pazienti provenienti dalla coorte clinica multicentrica afferente all’Università di Gothenburg (UGOT), 970 volontari cognitivamente sani o con decadimento cognitivo dell’Alzheimer Disease Neuroimaging Initiative (ADNI) e 519 volontari cognitivamente sani provenienti da due database di ricerca del Wisconsin (WISC). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a puntura lombare in due diversi tempi, ed un sottogruppo è stato sottoposto a valutazione cognitiva ed esami di imaging quali amyloid-PET, tau-PET, FDG-PET ed MRI.

Il profilo A-T+ è stato osservato in una limitata percentuale di individui (4,1%) e rispetto al profilo A-T- non è risultato associato a tassi significativamente più elevati di declino cognitivo misurato tramite il test cognitivo Preclinical Alzheimer Cognitive Composite (PACC). Inoltre, il profilo A-T+ non è risultato associato ad una maggiore progressione dei biomarcatori di AD misurati con amyloid-PET, tau-PET, FDG-PET ed MRI.

Questi risultati suggeriscono che la presenza di proteina tau in assenza di amiloide non sia associata a un maggior rischio di sviluppare AD e potrebbe pertanto rappresentare una condizione benigna.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo originale:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37523162/