Carbone G. et al. (2013)
A home assistance model for dementia: outcome in patients with mild-to-moderate Alzheimer’sdisease after three months.
Ann Ist Super Sanita. 49:34-41.
Il trattamento delle demenze richiede un approccio di presa in carico e cura che includa i pazienti e le loro famiglie. A Roma è stato condotto uno studio con lo scopo di descrivere gli effetti di un modello, per l’assistenza domiciliare della demenza, basato su un approccio multidisciplinare e di presa in carico di paziente e famiglia. Sono stati coinvolti 22 pazienti con diagnosi di malattia di Alzheimer (AD) lieve o moderato. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a valutazioni cognitive, funzionali e comportamentali prima dell’inizio del trattamento. Ai caregivers invece sono stati somministrati dei test per valutare i livelli di stress e di disagio dovuti al carico assistenziale. L’intervento di assistenza è durato 12 settimane, con sessioni di 3 volte alla settimana. Esso consisteva in sedute di 6 ore circa in cui i pazienti venivano coinvolti in attività terapeutiche come la riabilitazione motoria e cognitiva, la musicoterapia, la terapia occupazionale e la psicoterapia. Nel contempo alle famiglie è stato applicato un intervento di counseling familiare e psico-educazionale, tesi ad insegnare possibili strategie per far fronte alle problematiche di gestione del malato a casa. Infine una particolare attenzione è stata rivolta all’ambiente di casa, lo scopo è stato quello di creare un habitat compensante le disabilità, i deficit di memoria e il disorientamento spazio-temporale del malato riducendone in tal modo i sintomi comportamentali. Al termine del programma è stato riscontrato un significativo miglioramento in tutte le scale di misurazione (cognitiva, motoria, stress ecc..) sia nei pazienti che nei familiari. I pazienti hanno dimostrato un miglioramento in termini cognitivi, comportamentali e dell’autonomia; nei familiari è stata registrata una diminuzione del carico assistenziale ed un aumento del tono dell’umore. Un’ulteriore valutazione a 3 mesi dall’intervento tuttavia documenta un ritorno alle condizioni osservate all’inizio dello studio. Tali conclusioni, supportate da ulteriori approfondimenti, suggeriscono una necessità di accompagnamento nel tempo di famiglie e malati nella malattia, di un bisogno di potenziamento delle reti sociali e di una presa in carico completa nella cura.