Seidl U. et al. (2012)
Facial Expression in Alzheimer’s Disease: Impact of Cognitive Deficits and Neuropsychiatric Symptoms
Am J Alzheimers Dis Other Demen. 27:100-106.
Nella malattia di Alzheimer (AD) la capacità di comunicare verbalmente si affievolisce sempre più, per cui gli aspetti di comunicazione non-verbale nelle interazioni tra il paziente e chi lo accudisce (caregiver) rivestono importanza crescente. Per questo motivo particolare attenzione dovrebbe essere posta alle espressioni facciali del paziente. Uno studio condotto in Germania su un campione di 47 pazienti con AD ha indagato l’influenza dei deficit cognitivi e dei sintomi neuropsichiatrici (depressione, apatia, deliri, allucinazioni) in relazione alle espressioni facciali. Rispetto ad altri studi precedenti ci si è concentrati in particolare sul ruolo dell’apatia, ossia l’assenza di emozioni, interessi, e motivazioni che determina mancanza di iniziativa. Ciascun partecipante è stato esaminato con diversi test per valutare il livello di decadimento cognitivo e l’intensità dei sintomi neuropsichiatrici. In seguito a ciò ad ognuno sono state presentate alcune serie di immagini (che suscitavano emozioni comuni e neutre) precedentemente valutate su un gruppo di controllo sano. Il partecipante veniva incoraggiato a concentrare la propria attenzione su ciascuna immagine e le sue espressioni facciali sono state videoregistrate. Il video è stato poi analizzato per valutare la congruenza tre le espressioni manifestate e le immagini presentate. Secondo i risultati di questa ricerca sarebbe l’apatia -e non il generico declino cognitivo- a svolgere un ruolo specifico nell’ influenzare le espressioni facciali. All’aumentare della severità dell’apatia infatti, i partecipanti mostrano complessivamente meno espressioni facciali e meno specifiche. Tenere presente queste informazioni potrebbe portare ad aumentare la sensibilità nei confronti di un aspetto della malattia finora poco preso in considerazione.