Landau SM et al. (2012)
Association of Lifetime Cognitive Engagement and Low Beta-Amyloid Deposition.
Arch Neurol. 69:623-629.
Il recente sviluppo del carbonio 11 radiofarmaceutico, denominato tecnicamente [C]PiB, ha reso possibile visualizzare le forme fibrillari della Beta-amiloide (ABeta), la maggior costituente delle placche amiloidi (agglomerati insolubili di proteina che si depositano nel cervello nella sindrome di Alzheimer, AD). Gli studi con questa tecnica hanno mostrato un accumulo di [C]PiB in ogni parte della corteccia cerebrale nel maggior numero di pazienti colpiti da questa malattia. Studi recenti indicano che le attività legate allo stile di vita (pratiche fisiche e cognitive) sono associate ad una riduzione del deposito di ABeta misurato attraverso la PET (tomografia ad emissione di positroni) con l’utilizzo di [C]PiB . In particolare una recente ricerca condotta in California indica che alti livelli di impegno cognitivo possono essere associati a minori livelli di ABeta in tarda età. Lo studio è durato 6 anni e ha coinvolto 65 individui anziani sani (età media 76 anni), 10 pazienti con AD e 11 giovani usati come gruppo di controllo (età media 25 anni). Tutti i partecipanti sono stati esaminati tramite interviste, batterie di test neuropsicologici, MRIs ad alta risoluzione (risonanza magnetica strutturale) e PET. I risultati indicano che l’esecuzione di attività stimolanti a livello cognitivo (in campo professionale, sociale, ricreativo, ecc., oltre che di tipo fisico) durante la vita, e soprattutto in giovane e mezza età, è associato ad una riduzione di assorbimento di [C]PiB . L’idea che l’attività cognitiva influenzi lo sviluppo dell’AD è supportato anche da recenti risultati che indicano che individui anziani cognitivamente normali e con una grande partecipazione in attività mentali complesse mostrano minore atrofia ippocampale, altro indice caratteristico dell’AD. Quanto detto suggerisce che la partecipazione ad attività che stimolano intellettivamente sembra essere collegata ad una riduzione del rischio di declino cognitivo e allo sviluppo di AD.