Adduri CA et al. (2009)
Mental rotation of faces in healthy aging and Alzheimer’s disease.
PLoS One.4:e6120.

Immaginiamo di trovarci in un luogo affollato e di cercare il viso di una persona a noi nota. Una volta esaminate le facce riconosceremo il viso di questa persona anche se non è rivolto direttamente verso di noi, e potremo continuare a riconoscerlo anche se si volge in un’altra direzione. Anche se il fatto di riconoscere facce e oggetti da diverse angolazioni ci sembra naturale, esso non avviene senza sforzo. Una vasta rete corticale è coinvolta in questo processo e diversi processi e strategie intervengono: alcune teorie suggeriscono che il soggetto debba ruotare mentalmente l’immagine secondo un orientamento canonico prima di poterlo identificare. Lo sforzo (inconsapevole) richiesto dalla rotazione mentale degli oggetti aumenta con l’età. Pazienti affetti da Malattia di Alzheimer (AD) sviluppano difficoltà nel riconoscimento di volti familiari, specie in fasi avanzate della malattia. Una ricerca condotta in Canada ha indagato il riconoscimento di volti nei pazienti con AD confrontandoli con un gruppo di anziani sani e con un gruppo di giovani sani. Lo studio è consistito nell’associare volti ruotati e capovolti a volti “campione” presentati al computer. Gli studi tradizionali sull’ AD sostengono che la perdita della capacità di riconoscere familiari e amici è causato dal disturbo della memoria (che interviene sin dalle prime fasi della malattia) e dall’agnosia (disturbo della percezione), che interviene successivamente. I risultati dello studio indicano invece che la difficoltà nel riconoscimento di volti familiari potrebbe essere associato alle difficoltà visuospaziali (rotazione dei volti) determinate dalle aree cerebrali colpite dalla malattia, in particolare i danni alla corteccia ventrale temporale importante per l’elaborazione dei volti. Se queste ipotesi fossero confermate, si potrebbero utilizzare queste nuove informazioni per ideare strategie comunicative più efficaci con questo tipo di pazienti.

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