Deterioramento visivo e uditivo associato al rischio di demenza

A cura di Valentina Saletti   Dual sensory impairment in older adults and risk of dementia from the GEM Study Phillip H. Hwang, W.T. Longstreth Jr, Willa D. Brenowitz, Stephen M. Thielke, Oscar L. Lopez, Courtney E. Francis, Steven T. DeKosky, Annette L. Fitzpatrick Azheimer’s & Dementia. 2020 Jul 7;12(1):e12054. doi: 10.1002/dad2.12054. eCollection 2020.   In un recente studio si è visto che gli anziani con un deterioramento sia uditivo che visivo (doppio deterioramento sensoriale) hanno avuto un rischio significativamente maggiore per lo sviluppo di demenza. Sono stati seguiti 2.051 anziani per otto anni e dai risultati è emerso che il doppio deterioramento sensoriale è associato ad un rischio più alto per lo sviluppo di demenza rispetto all’assenza di disabilità sensoriali. […]

7 Agosto 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Deterioramento visivo e uditivo associato al rischio di demenza

Sintomi neuropsichiatrici e malattia di Alzheimer

A cura di Evita Tomasoni Lo TWB, Karameh WK, Barfett JJ, Fornazzari LR, Munoz DG, Schweizer TA, Fischer CE; Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Association Between Neuropsychiatric Symptom Trajectory and Conversion to Alzheimer Disease. Alzheimer Dis Assoc Disord. 2020 Apr-Jun;34(2):141-147. PMID: 31633557. Recentemente è stato riconosciuto l’importante ruolo che giocano i sintomi neuropsichiatrici (NPS) nella malattia di Alzheimer (AD). La letteratura scientifica mostra che i NPS sono molto diffusi sia nei pazienti affetti da AD che nei pazienti con lieve declino cognitivo (MCI), sebbene si sappia ancora relativamente poco su come evolvono questi sintomi nei pazienti con declino cognitivo lieve che progrediscono a malattia di Alzheimer.  […]

24 Luglio 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Sintomi neuropsichiatrici e malattia di Alzheimer

La tecnologia può aiutarci a comprendere il dolore in persone affette da demenza?

A cura di Valentina Saletti Zahid M, Gallant NL, Hadjistavropoulos T, Stroulia E. Behavioral Pain Assessment Implementation in Long-Term Care Using a Tablet App: Case Series and Quasi-Experimental Design. JMIR Mhealth Uhealth. 2020 Apr 22;8(4):e17108. PMID: 32319955. Un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Alberta, Canada, ha indagato l’efficacia di un’applicazione sviluppata per aiutare l’équipe sanitaria a valutare e gestire il dolore nei pazienti affetti da demenza e altre malattie neurodegenerative seguiti nelle strutture di assistenza a lungo termine. […]

10 Luglio 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su La tecnologia può aiutarci a comprendere il dolore in persone affette da demenza?

Il passato visto da donne e uomini con malattia di Alzheimer

A cura di Evita Tomasoni El Haj M, Boutoleau-Bretonnière C, Gallouj K. The Past as Seen by Women and Men With Alzheimer Disease: Sex Differences in Autobiographical Memory. Alzheimer Dis Assoc Disord. 2020 Apr-Jun;34(2):170-174. PMID: 31913962. La memoria autobiografica è l’insieme delle conoscenze riguardanti i fatti e gli episodi della vita personale. Nella letteratura scientifica c’è un ampio corpus di ricerche che dimostra gli effetti negativi della malattia di Alzheimer (AD) sulla memoria autobiografia, ma non sono ancora del tutto note le differenze tra uomini e donne affetti da AD nel recupero autobiografico. […]

25 Giugno 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Il passato visto da donne e uomini con malattia di Alzheimer

Pensiero negativo ripetitivo: fattore di rischio per la demenza?

A cura di Valentina Saletti   Repetitive negative thinking is associated with amyloid, tau, and cognitive decline Natalie L Marchant, Lise R Lovland, Rebecca Jones, Alexa Pichet Binette , Julie Gonneaud, Eider M Arenaza-Urquijo, Gael Chételat, Sylvia Villeneuve Alzheimer’s & Dementia 2020 Jun 7. doi: 10.1002/alz.12116. Online aheadof print.   Un recente studio ha indagato il ruolo del pensiero negativo ricorrente nello sviluppo della malattia di Alzheimer. Sono stati esaminati i dati di 360 persone con età superiore ai 55 anni, i quali nell’arco di due anni, hanno risposto ad alcune domande legate a come venivano vissute ed interpretate le esperienze negative, in particolar modo la ruminazione sul passato e la preoccupazione per il futuro. […]

12 Giugno 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Pensiero negativo ripetitivo: fattore di rischio per la demenza?

Pensiero negativo ripetitivo: fattore di rischio per la demenza?

A cura di Valentina Saletti   Repetitive negative thinking is associated with amyloid, tau, and cognitive decline Natalie L Marchant, Lise R Lovland, Rebecca Jones, Alexa Pichet Binette , Julie Gonneaud, Eider M Arenaza-Urquijo, Gael Chételat, Sylvia Villeneuve Alzheimer’s & Dementia 2020 Jun 7. doi: 10.1002/alz.12116. Online aheadof print. Un recente studio ha [...]

12 Giugno 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Pensiero negativo ripetitivo: fattore di rischio per la demenza?

Essere sia casalinghe che caregiver peggiora la salute?

A cura di Evita Tomasoni Avargues-Navarro ML, Borda-Mas M, Campos-Puente ALM, Pérez-San-Gregorio MÁ, Martín-Rodríguez A, Sánchez-Martín M. Caring for Family Members With Alzheimer’s and Burnout Syndrome: Impairment of the Health of Housewives. Front Psychol. 2020 Apr 21;11:576. doi: 10.3389/fpsyg.2020.00576. PMID: 32373005. Lavorare come casalinga può essere un fattore di rischio psicosociale che comporta stress cronico e burnout; il rischio potrebbe aumentare quando la casalinga deve anche assumere il ruolo di caregiver di un familiare affetto dalla malattia di Alzheimer. La sindrome del burnout è una condizione caratterizzata da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e derealizzazione personale. […]

29 Maggio 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Essere sia casalinghe che caregiver peggiora la salute?

Demenza e telemedicina: binomio possibile?

A cura di Valentina Saletti Laver K, Liu E, Clemson L, Davies O, Gray L, Gitlin LN, Crotty M. Does Telehealth Delivery of a Dyadic Dementia Care Program Provide a Noninferior Alternative to Face-To-Face Delivery of the Same Program? A Randomized, Controlled Trial. Am J Geriatr Psychiatry. 2020 Mar 2:S1064-7481(20)30240-2. Epub ahead of print. PMID: 32234275. Un recente studio australiano ha indagato l’efficacia della telemedicina per le persone affette da demenza e coloro che se ne prendono cura, ossia i caregiver. Secondo i ricercatori se si utilizzano i mezzi tecnologici disponibili, l’assistenza attraverso la telemedicina può risultare efficace quanto una visita vis-à-vis. Lo studio è stato condotto analizzando i dati di 63 persone con demenza lieve o moderata e i loro caregiver. […]

14 Maggio 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Demenza e telemedicina: binomio possibile?

“Devo essere sia padre che madre”

A cura di Evita Tomasoni Gelman C, Rhames K. “I have to be both mother and father”: The impact of Young-onset dementia on the partner’s parenting and the children’s experience. Dementia (London). 2020 Apr;19(3):676-690. PMID: 29996672. La demenza ad esordio giovanile (YOD) è la condizione che colpisce persone con meno di 65 anni e si stima che coinvolga circa il 6-9% di tutte le persone con demenza. YOD tende a progredire rapidamente e in modo aggressivo mentre le persone probabilmente sono ancora attive nel mondo del lavoro e nella crescita di bambini e adolescenti. […]

3 Maggio 2020|News Familiari|2 Comments

Bilinguismo e ritardo dei sintomi della malattia di Alzheimer

A cura di Valentina Saletti Mendez MF, Chavez D, Akhlaghipour G. Bilingualism Delays Expression of Alzheimer’s Clinical Syndrome. Dement Geriatr Cogn Disord. 2020 Feb 11:1-9. doi: 10.1159/000505872. Epub ahead of print. PMID: 32045913. In letteratura diversi studi hanno dimostrato come il bilinguismo sembri avere un ruolo importante nel ritardare l’insorgenza della malattia di Alzheimer (AD). Recentemente sulla rivista Dementia & Geriatric Cognitive Disorders è stato pubblicato uno studio condotto su 253 pazienti affetti da AD che dimostra come nelle persone che parlano due lingue i sintomi della malattia si manifestano circa quattro anni dopo rispetto alle persone monolingue. Stando ai risultati dello studio, sembrerebbe che parlare e pensare abitualmente in due lingue rafforzi la riserva cognitiva, intesa come resilienza del cervello nel far fronte al danno cerebrale. […]

17 Aprile 2020|News Familiari|Commenti disabilitati su Bilinguismo e ritardo dei sintomi della malattia di Alzheimer