Lindemer ER et al.
White matter signal abnormality quality differentiates mild cognitive impairment that converts to Alzheimer’s disease from nonconverters.
Neurobiol Aging.

Danni della sostanza bianca, spesso causati da disfunzioni vascolari, vengono comunemente riscontrati in soggetti anziani e possono contribuire all’insorgenza di declino cognitivo e demenza. Alla risonanza magnetica si rilevano come alterazioni del segnale di sostanza bianca (WMSA), che appaiono iperintense nelle sequenze T2 e FLAIR (fluid-attenuated inversion recovery) e ipointense nelle immagini pesate in T1. Scopo del presente studio è stato quello di indagare le differenze nella quantità e nella qualità delle alterazioni di sostanza bianca nel corso dell’invecchiamento sano e patologico e verificare se i cambiamenti nel tempo delle WMSA possano essere un buon marcatore strutturale per differenziare i soggetti con deterioramento cognitivo lieve (MCI) che convertono a Malattia di Alzheimer da quelli che rimangono clinicamente stabili. Gli autori hanno pertanto selezionato dal database dell’Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI, adni.loni.usc.edu) le immagini di 459 partecipanti alla baseline suddivisi in 4 gruppi diagnostici: (1) controlli anziani (N=104), (2) MCI non convertiti ad Alzheimer nel corso dei 3 anni di studio (N=115), (3) MCI convertiti ad Alzheimer (N=115), (3) pazienti con diagnosi di Malattia di Alzheimer (N=124). Sono state inoltre condotte delle analisi longitudinali per indagare l’andamento delle WMSA nel gruppo degli MCI che sviluppavano la Malattia di Alzheimer rispetto a quelli che rimanevano stabili. Sono state analizzate congiuntamente le sequenze di risonanza magnetica T1, T2 e PD (proton density) per l’individuazione e la quantificazione automatica del volume delle WMSA. Inoltre per le analisi longitudinali è stata utilizzata una nuova tecnica di quantificazione delle immagini che stima il cambiamento della qualità delle WMSA in termini di aumento voxel per voxel della distanza statistica (distanza di Mahalanobis) rispetto ai valori di riferimento della “sostanza bianca apparentemente normale” (NAWM) specifici per il singolo soggetto. I risultati hanno mostrato come il volume di WMSA fosse significativamente maggiore nei pazienti con diagnosi di Alzheimer rispetto agli altri 3 gruppi, mentre non sono state rilevate differenze significative tra MCI che convertivano e quelli che rimanevano stabili. Tuttavia le analisi longitudinali hanno mostrato un cambiamento nella qualità delle WMSA più rapido negli MCI che sviluppavano Malattia di Alzheimer, a partire da 18 mesi dalla conversione clinica, con un ulteriore accelerazione nei 6 mesi precedenti la diagnosi. Le alterazioni della sostanza bianca sembrano quindi avere un ruolo nello sviluppo e nella manifestazione clinica della Malattia di Alzheimer nonostante spesso non vengano considerate nei modelli patofisiologici della malattia e costituirebbero un possibile target per il trattamento farmacologico.

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