Rosenberg RN (2015)
Defining amyloid pathology in persons with and without dementia syndromes: making the right diagnosis.
JAMA. 313:1913-1914.
Sono state recentemente pubblicate su The Journal of American Medical Association (JAMA) due meta-analisi che hanno indagato la prevalenza di amiloidosi cerebrale rispettivamente in persone senza diagnosi di demenza e in pazienti con differenti tipi di demenza.
Nella prima meta-analisi (Jansen WJ, Ossenkoppele R, Knol DL, et al. Prevalence of cerebral amyloid pathology in persons without dementia: a meta-analysis. JAMA. 2015;313(19):1924-1938) sono stati inseriti i dati relativi a 7583 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 100 anni provenienti da 55 studi, dei quali 2914 (38%) erano cognitivamente integri, 697 (9%) avevano un disturbo cognitivo soggettivo (SCI), 3972 (52%) avevano un disturbo cognitivo lieve (MCI). La presenza di amiloidosi era definita dalla positività alla PET oppure dalla concentrazione di amiloide nel liquido cerebro-spinale (CSF). La meta-analisi ha mostrato come la condizione MCI era significativamente associata ad una prevalenza di amiloidosi maggiore del 20-30% rispetto a SCI e soggetti cognitivamente integri. Nei soggetti cognitivamente integri, l’amiloidosi aumentava in funzione dell’età ed era associata a più alti livelli di scolarità, suggerendo pertanto una maggiore resilienza alla presenza di amiloide nei soggetti con elevata scolarità, in accordo con l’ipotesi della riserva cognitiva. La presenza della variante e4 del gene Apolipoproteina E (Apoe) era associata ad una aumentata prevalenza di amiloidosi cerebrale e ad una minore età di esordio per la positività all’amiloide. Questi risultati suggeriscono che la Malattia di Alzheimer e la positività per l’amiloide in soggetti cognitivamente integri condividono gli stessi fattori di rischio, a supporto dell’ipotesi che l’amiloidosi cerebrale possa essere considerata un indicatore precoce di Malattia di Alzheimer.
Nella seconda meta-analisi (Ossenkoppele R, Jansen WJ, Rabinovici GD, et al. Prevalence of amyloid PET positivity in dementia syndromes: a meta-analysis. JAMA. 2015;313(19):1939-1949) sono stati inseriti i dati relativi a 1359 pazienti con diagnosi di Malattia di Alzheimer, 288 con demenza frontotemporale, 51 con demenza da corpi di Lewy, 138 con demenza vascolare, 61 con sindrome cortico-basale. Nei pazienti con diagnosi di Alzheimer la positività alla PET per amiloide diminuiva all’aumentare dell’età, specialmente tra i non portatori dell’allele e4 di Apoe, mentre aumentava con l’età nelle altre forme di demenza, suggerendo come l’amiloidosi possa rappresentare una patologia secondaria in queste sindromi. Questi risultati supportano l’utilità dell’esame PET per l’amiloide per la diagnosi differenziale nelle demenze a esordio precoce.