Criteri diagnostici
La formulazione di una qualsiasi diagnosi clinica si appoggia a specifici criteri diagnostici. Essi propongono criteri operativi basati sulla definizione e delimitazione dei segni e dei sintomi che caratterizzano le diverse categorie diagnostiche.
Gli attuali criteri diagnostici su cui poggia la diagnosi di Demenza di Alzheimer (AD) sono stati pubblicati nel 2011 da Guy McKhann e sono noti con il nome di NIA-AA criteria.
La forza di questi criteri risiede nell’aver integrato la diagnosi clinica di base, che raccoglie le proprie evidenze dal colloquio clinico e dalla valutazione dei segni tipici della malattia, con la ricerca di biomarcatori, definibili come parametri fisiologici, biochimici o anatomici misurabili in vivo in grado di riflettere specifiche caratteristiche legate al processo fisiopatologico che determina la malattia.
L’evidenza dei biomarcatori aumenta il livello di certezza del clinico rispetto al fatto che le basi dei sintomi clinici sia attribuibile ad un processo patofisiologico di tipo alzheimeriano.
I criteri NIA-AA classificano la demenza e successivamente si focalizzano sulla demenza causata da AD in “probabile” o “possibile”. Di seguito si riportano i dettagli:
Viene posta diagnosi di demenza, quando sono presenti sintomi cognitivi o comportamentali che:
- Interferiscono con l’abilità di svolgere il lavoro o le usuali attività
- Rappresentano un declino rispetto ai precedenti livelli di funzionamento e prestazione
- Non sono spiegati da disturbi psichiatrici
- Il deficit cognitivo è dimostrato e diagnosticato attraverso la combinazione di
- informazioni raccolte dal paziente e da persone che lo conoscono
- una valutazione oggettiva delle prestazioni cognitive, sia attraverso una valutazione clinica dello stato mentale che attraverso una valutazione neuropsicologica testistica
- La compromizzione cognitiva o le alterazioni comportamentali coinvolgono almeno due dei seguenti domini
- compromessa abilità di acquisire o ricordare nuove informazioni (ad esempio: domande o discorsi ripetitivi, smarrire oggetti personali, dimenticare eventi o appuntamenti, o perdersi in itinerari conosciuti)
- Deficit nel ragionamento e nello svolgimento di compiti complessi, ridotta capacità di giudizio (i sintomi includono: scarsa capacità di comprendere di pericoli, incapacità di gestire le finanze, scarsa capacità di prendere decisioni, incapacità di pianificareattività complesse o sequenziali)
- compromissione delleabilità visuospaziali (i sintomi includono: incapacità di riconoscere volti o oggetti comuni o trovare oggetti direttamente in vista nonostante una buona acuità visiva, incapacità di utilizzare semplici utensili o indossare vestiti)
- alterazione del linguaggio (parlare, leggere, scrivere)
- modificazioni nella personalità, nel comportamento e nella condotta
Criteri per la malattia di Alzheimer probabile
Esordio insidioso: i sintomi si sono manifestati gradualmente nel corso dei mesi
È evidente un peggioramento nelle performance rispetto al precedente livello di funzionamento, come descritto anche da un informatore (spesso un familiare)
Esordio con disturbi mnesici, da intendersi come difficoltà apprendere nuove informazioni o a richiamarle.
oppure
Esordio con disturbi non mnesici
> Esordio con disturbi linguistici, soprattutto nel trovare etichette lessicali corrette
> Esordio con sintomi visuo-spaziali: deficit della percezione caratterizzato dal mancato riconoscimento di oggetti, persone o delle parole scritte
> Esordio con sintomi disesecutivi: difficoltà di ragionamento e della capacità critica
Criteri per la malattia di Alzheimer possibile
Decorso atipico
Soddisfatti alcuni criteri di AD probabile, ma l’esordio dei sintomi potrebbe essere stato improvviso, oppure mancano dimostrazioni oggettive di declino cognitivo progressivo
Presentazione ad eziologia mista
> Soddisfatti tutti i criteri di AD probabile
> Disturbi cerebrovascolari concomitanti, oppure
> Caratteristiche tipiche di altra demenza (es demenza a corpi di Lewy body), oppure
> Evidenze di altre patologie neurologiche o commorbidità non neurologiche o possibile uso di farmaci con effetti sulla cognitivi