de Bruijn RF et al. (2015)
Association Between Atrial Fibrillation and Dementia in the General Population.
JAMA Neurol.
La fibrillazione atriale (FA) consiste in un’alterazione del ritmo cardiaco e viene considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di demenza, sebbene le diverse ricerche che hanno valutato l’associazione tra FA e demenza abbiano riportato risultati contrastanti.
In uno studio pubblicato su JAMA Neurology, i ricercatori dell’ Erasmus Medical Center di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno illustrato i loro risultati sull’argomento ottenuti seguendo per un periodo di 20 anni una popolazione di 6514 soggetti cognitivamente sani alla baseline, nell’ambito del Rotterdam Study, con un’età maggiore di 55 anni all’entrata dello studio. Circa il 5% dei partecipanti aveva una diagnosi alla baseline di FA e un ulteriore 12% ha sviluppato la condizione durante i 20 anni di follow-up. Durante il periodo di indagine, circa il 15% della popolazione aveva sviluppato demenza di Alzheimer o altri tipi di demenze. Dalle analisi, i ricercatori hanno notato come il rischio di sviluppare demenza fosse fortemente associato con la durata e l’esposizione alla FA. Tuttavia, è emerso che l’associazione era guidata dai partecipanti più giovani. Nello specifico, infatti, i soggetti al di sotto dei 67 anni di età con diagnosi di FA, raddoppiavano il rischio di sviluppare demenza. Inoltre, sempre nel gruppo dei soggetti di mezza età, è emersa una relazione tra tempo di esposizione alla FA e rischio di demenza, in quanto una diagnosi di FA protratta per più di 12 anni triplicava il rischio di sviluppare demenza. Nel gruppo dei soggetti più anziani, invece, questa condizione cardiaca non contribuiva all’aumento del rischio. Questo studio, la cui forza risiede nel numero di partecipanti e nel lungo periodo di follow-up, sottolinea come la prevenzione dei fattori di rischio, quali la FA, necessita di essere avviata decadi prima dello sviluppo dei sintomi cognitivi, specialmente nelle persone di mezza età. Tuttavia, ad oggi, non è ancora chiaro quali tipi di trattamento per questa condizione potrebbero abbassare il rischio di demenza.