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Livelli anomali di amiloide nel liquido cerebrospinale in assenza di proteina tau fosforilata: è malattia di Alzheimer?

A cura di Silvia Saglia Vromen EM, de Boer SCM, Teunissen CE, Rozemuller A, Sieben A, Bjerke M; Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, Visser PJ, Bouwman FH, Engelborghs S, Tijms BM. Biomarker A+T-: is this Alzheimer’s disease or not? A combined CSF and pathology study. Brain. 2022 May 2:awac158. doi: 10.1093/brain/awac158. Epub ahead of print. Secondo le Linee Guida suggerite nel 2018 dal NIA-AA (National Institute on Aging – Alzheimer’s Association), la definizione biologica della malattia di Alzheimer (AD) mediante biomarcatori nel liquido cerebrospinale (CSF) richiede livelli anormali di amiloide (A+) e di proteina tau fosforilata (p-tau; T+). Tuttavia, i biomarcatori e i corrispondenti cut-off non sempre riflettono la presenza o l’assenza di neuropatologia. Infatti alcuni studi condotti su piccoli campioni suggeriscono che fino al 32% dei pazienti con AD confermato dall’esame autoptico, in vita presentava nel CSF livelli normali di p-tau (T-). […]

23 Giugno 2022|News Medici|Commenti disabilitati su Livelli anomali di amiloide nel liquido cerebrospinale in assenza di proteina tau fosforilata: è malattia di Alzheimer?

Diagnosi precoce della demenza di Alzheimer: lo studio TMS-EEG

A cura di Marta Bortoletto Presso il nostro Istituto è in corso uno studio finanziato dal Ministero della Salute (GR-2016-02364132) e in collaborazione con il San Raffaele di Milano sulla diagnosi precoce e sulla progressione della malattia di Alzheimer (AD). L’obiettivo dello studio è trovare nuovi marcatori precoci per la diagnosi di malattia di Alzheimer (AD), analizzando la connettività cerebrale attraverso la tecnica di coregistrazione della stimolazione magnetica transcranica con l’elettroencefalografia (TMS-EEG). […]

23 Giugno 2022|IN EVIDENZA|Commenti disabilitati su Diagnosi precoce della demenza di Alzheimer: lo studio TMS-EEG

Associazione tra antiossidanti, carotenoidi e demenza. Uno studio statunitense.

A cura di Elena Gatti Beydoun MA, Beydoun HA, Fanelli-Kuczmarski MT, Weiss J, Hossain S, Canas JA, Evans MK, Zonderman AB. Association of Serum Antioxidant Vitamins and Carotenoids With Incident Alzheimer Disease and All-Cause Dementia Among US Adults. Neurology. 2022 May 24;98(21):e2150-e2162. doi: 10.1212/WNL.0000000000200289. Nell’ultimo decennio, la ricerca scientifica nell’ambito delle malattie neurodegenerative si è sempre più focalizzata sullo studio dei biomarcatori nel continuum tra invecchiamento sano e patologico, allo scopo di identificare il più precocemente possibile quelle alterazioni che potrebbero predisporre maggiormente i soggetti al rischio di sviluppare demenza. […]

9 Giugno 2022|News Familiari|Commenti disabilitati su Associazione tra antiossidanti, carotenoidi e demenza. Uno studio statunitense.

Effetto clinico e biologico di fitochimici derivati dal limone nel declino cognitivo soggettivo

Perché questo studio? Diversi fitochimici, cioè sostanze chimiche presenti naturalmente nelle piante, hanno dimostrato negli anni la capacità o il potenziale per migliorare il decadimento cognitivo. In particolare, auraptene, un fitochimico appartenente alla famiglia dei cumarinici, e naringenina, della famiglia dei flavonoidi, hanno dimostrato, in studi preclinici, un effetto neuroprotettivo, antinfiammatorio e antiossidante e di miglioramento di memoria e apprendimento. […]

9 Giugno 2022|IN EVIDENZA|2 Comments

Un trattamento con stimolazione magnetica innovativo e personalizzato per la demenza di Alzheimer

A cura di Marco Esposito Presso il nostro Istituto è in corso uno studio finanziato dal Ministero della Salute (GR-2016-02364718) in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia di Roma su un nuovo approccio di stimolazione cerebrale non invasiva nella malattia di Alzheimer. Questa ricerca ha lo scopo di valutare l’efficacia di due protocolli di trattamento che usano la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) in pazienti con demenza di Alzheimer. […]

25 Maggio 2022|IN EVIDENZA|2 Comments

Ci può essere un legame tra vivere in aree con più verde e migliori prestazioni cognitive?

A cura di Ilaria Passeggia Residential Green Space and Cognitive Function in a Large Cohort of Middle-Aged Women. Jimenez MP, Elliott EG, DeVille NV, Laden F, Hart JE, Weuve J, Grodstein F, James P. JAMA Netw Open. 2022 Apr 1. L’invecchiamento della popolazione mondiale e la crescente diffusione della demenza rendono sempre più necessari studi rivolti all’identificazione di nuove strategie di prevenzione. A tal proposito, i risultati di una recente ricerca pubblicata sulla rivista Jama Network Open suggeriscono che l’esposizione a spazi verdi nelle aree residenziali dovrebbe essere studiata come un potenziale approccio per migliorare la funzionalità cognitiva. […]

25 Maggio 2022|News Familiari|Commenti disabilitati su Ci può essere un legame tra vivere in aree con più verde e migliori prestazioni cognitive?

Alcuni tratti di personalità possono influire sul declino cognitivo?

A cura di Valentina Saletti Yoneda T, Graham E, Lozinski T, Bennett DA, Mroczek D, Piccinin AM, Hofer SM, Muniz-Terrera G. Personality traits, cognitive states, and mortality in older adulthood. J Pers Soc Psychol. 2022 Apr 11. doi: 10.1037/pspp0000418. Epub ahead of print. Secondo la letteratura scientifica i tratti di personalità rispecchiano modalità di pensiero e di comportamento appresi con l’esperienza. Il susseguirsi di determinate esperienze può contribuire ad una maggior probabilità di sviluppare particolari disturbi, a tal proposito diverse ricerche evidenziano come la presenza o l’assenza di alcuni specifici tratti di personalità (coscienziosità, nevroticismo ecc.) siano associati ad un maggior rischio di declino cognitivo lieve (MCI) o demenza. […]

12 Maggio 2022|News Familiari|Commenti disabilitati su Alcuni tratti di personalità possono influire sul declino cognitivo?

Deposito della proteina beta-amiloide nel cervello: il ruolo dei fattori ereditari e ambientali

A cura di Silvia Saglia The heritability of amyloid burden in older adults: the Older Australian Twins Study. Koncz R, Thalamuthu A, Wen W, et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2022 Mar;93(3):303-308. doi: 10.1136/jnnp-2021-326677. La malattia di Alzheimer (AD) è multifattoriale, cioè diversi fattori (biologici come l’accumulo abnorme della proteina beta-amiloide nel cervello, ambientali, genetici) concorrono assieme a determinare una certa probabilità di rischio di sviluppare AD. Comprendere come questi fattori interagiscano tra loro è una sfida tutt’ora aperta. Un recente studio australiano ha indagato l’ereditarietà dell’accumulo della proteina beta-amiloide cerebrale, considerato il motore di avvio della cascata di eventi patologici che conducono alla neurodegenerazione e alla sintomatologia clinica dell’AD. […]

27 Aprile 2022|News Medici|Commenti disabilitati su Deposito della proteina beta-amiloide nel cervello: il ruolo dei fattori ereditari e ambientali

Diagnosi precoce della demenza di Alzheimer: lo studio TMS-EEG

A cura di Marta Bortoletto Presso il nostro Istituto è in corso uno studio finanziato dal Ministero della Salute (GR-2016-02364132) e in collaborazione con il San Raffaele di Milano sulla diagnosi precoce e sulla progressione della malattia di Alzheimer (AD). L’obiettivo dello studio è trovare nuovi marcatori precoci per la diagnosi di malattia di Alzheimer (AD), analizzando la connettività cerebrale attraverso la tecnica di coregistrazione della stimolazione magnetica transcranica con l’elettroencefalografia (TMS-EEG). Questa tecnica non invasiva è ampiamente utilizzata per […]

27 Aprile 2022|IN EVIDENZA|Commenti disabilitati su Diagnosi precoce della demenza di Alzheimer: lo studio TMS-EEG

Consumo di fibre alimentari e demenza: quale associazione?

A cura di Ilaria Passeggia “Dietary fiber intake and risk of incident disabling dementia: the Circulatory Risk in Communities Study”. Yamagishi K, Maruyama K, Ikeda A, Nagao M, Noda H, Umesawa M et al. Nutritional Neuroscience. 2022 Feb 6;1-8. doi: 10.1080/1028415X.2022.2027592.   Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse dei ricercatori circa l’interazione tra cervello e intestino in termini di sviluppo della demenza. Il concetto di interazione cervello-intestino si basa sul presupposto che il sistema nervoso centrale comunichi bidirezionalmente con il tratto gastrointestinale, suggerendo che il microbioma intestinale possa influenzare la plasticità del cervello e le funzioni cognitive. Seguire una dieta ad alto contenuto di fibre (cereali, frutta e verdura), specialmente se ricca di fibre solubili, può essere legato a un rischio inferiore di sviluppare una demenza invalidante, che richiede cioè assistenza in alcune attività della vita quotidiana e che comporta la presenza di disturbi comportamentali. […]

14 Aprile 2022|News Familiari|Commenti disabilitati su Consumo di fibre alimentari e demenza: quale associazione?