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SMILE: 5 consigli per supportare i familiari di persone con demenza

A cura di Ilaria Passeggia Molnar F, Frank C C. Support of caregivers of persons with dementia. Canadian Family Physician. 2018 Apr; 64(4):294. Quali accorgimenti possono rendere meno stressante la relazione di aiuto tra malato di demenza e caregiver (chi se ne prende cura)? Trovare le indicazioni adeguate da fornire a queste persone che quotidianamente devono affrontare i graduali cambiamenti imposti dalla demenza del proprio caro non è affatto semplice. A tale proposito, due medici canadesi hanno messo a punto una serie di suggerimenti originali all’interno del programma chiamato “SMILE”, in italiano sorriso. […]

10 Maggio 2018|News Familiari|Commenti disabilitati su SMILE: 5 consigli per supportare i familiari di persone con demenza

Alterazioni strutturali dei network e demenza nella malattia dei piccoli vasi cerebrali

A cura di Giulia Quattrini Lawrence AJ, Zeestraten EA, Benjamin P, Lambert CP, Morris RG, Barrick TR, Markus HS. Longitudinal decline in structural networks predicts dementia in cerebral small vessel disease. Neurology. 2018 Apr 25. doi: 10.1212/WNL.0000000000005551. [Epub ahead of print] La patologia dei piccoli vasi cerebrali (cerebral Small Vessel Disease, SVD) è una delle principali cause di demenza vascolare. Mediante risonanza magnetica (MRI) è possibile osservare una serie di alterazioni strutturali, come iperintensità della sostanza bianca o infarti lacunari, ognuna delle quali è associata a specifici aspetti cognitivi. […]

10 Maggio 2018|News Medici|Commenti disabilitati su Alterazioni strutturali dei network e demenza nella malattia dei piccoli vasi cerebrali

Prevenire la malattia di Alzheimer: lo studio EARLY

A cura di Michela Rampini EARLY (che in inglese significa “prima” o “presto”) è il nome di una importante sperimentazione farmacologica di prevenzione della malattia di Alzheimer partita nelle scorse settimane presso il nostro Centro. Oggi sappiamo che l’accumulo della proteina tossica beta amiloide nel cervello è una caratteristica centrale della malattia di Alzheimer e sembra avere un ruolo primario nella sua insorgenza ed evoluzione. Questa proteina comincia ad accumularsi nel cervello delle persone quando sono ancora sane, molti anni prima della comparsa dei più evidenti disturbi di memoria. Lo studio EARLY è rivolto a persone sane di età compresa tra i 60 e gli 85 anni ed ha lo scopo di valutare la sicurezza e l’efficacia di un farmaco sperimentale (JNJ-54861911) che blocca  l’attività di un enzima  coinvolto nella produzione di beta amiloide contrastando, idealmente, lo sviluppo della patologia e l’insorgenza dei disturbi di memoria. […]

3 Maggio 2018|IN EVIDENZA|Commenti disabilitati su Prevenire la malattia di Alzheimer: lo studio EARLY

La terapia della bambola

A cura di Cristina Festari L’introduzione della cosiddetta Terapia della bambola (in inglese, doll therapy) presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stata ampiamente pubblicizzata dai quotidiani nazionali. La doll therapy, diffusasi negli anni ‘80 negli USA e in Australia, consiste nell’affidare la cura di una bambola con specifiche caratteristiche (peso, nelle dimensioni, nei tratti somatici e persino nella posizione di braccia e gambe) a un paziente con disturbi psichiatrici o neurodegenerativi, che ne diventa responsabile e con cui gradualmente costruisce quello che si può definire un rapporto di attaccamento. I primi utilizzi in pazienti geriatrici risalgono al 2001 e ad oggi è considerato un trattamento non farmacologico additivo per le gestione dei disturbi comportamentali. […]

3 Maggio 2018|ULTIM'ORA|Commenti disabilitati su La terapia della bambola

Traumi cranici e rischio di demenza

A cura di Elena Rolandi Long-term risk of dementia among people with traumatic brain injury in Denmark: a population-based observational cohort study. Fann JR, Ribe AR, Pedersen HS, Fenger-Grøn M, Christensen J, Benros ME, Vestergaard M. Lancet Psychiatry. 2018 May;5(5):424-431. doi: 10.1016/S2215-0366(18)30065-8. Epub 2018 Apr 10.   Le lesioni cerebrali di origine traumatica (TBI) sono tra le principali cause di disabilità e sono annoverate tra i possibili fattori che aumentano il rischio di sviluppare demenza. Tuttavia, gli studi a riguardo hanno portato a risultati contrastanti e presentano importanti limitazioni metodologiche. Un recente studio di popolazione ha quindi cercato di fare chiarezza sul legame che esiste tra TBI e demenza, analizzando i dati provenienti dai registri nazionali danesi. […]

3 Maggio 2018|News Medici|Commenti disabilitati su Traumi cranici e rischio di demenza

Proteina Amiloide, apolipoproteina E e declino cognitivo

A cura di Federica Ribaldi Association of β-Amyloid and Apolipoprotein E ε4 With Memory Decline in Preclinical Alzheimer Disease. Lim YY, Kalinowski P, Pietrzak RH, Laws SM, Burnham SC, Ames D, Villemagne VL, Fowler CJ, Rainey-Smith SR, Martins RN, Rowe CC, Masters CL, Maruff PT. JAMA Neurol. 2018 Apr 1;75(4):488-494. doi: 10.1001/jamaneurol.2017.4325. La proteina amiloide (Aβ) e l’allele ɛ4 dell’apolipoproteina E (APOE), così come l’età, sono dei noti fattori di rischio per la malattia di Alzheimer (AD). Ciò che rimane ancora da chiarire è quale sia la relazione tra questi fattori ed il declino cognitivo. […]

26 Aprile 2018|News Medici|Commenti disabilitati su Proteina Amiloide, apolipoproteina E e declino cognitivo

Al ristorante con la demenza frontotemporale

A cura di Michela Rampini Impulsive, Disinhibited Behavior – Dining in a Restaurant Hamdy RC, Kinser A, Kandall-Wilson T, Depelteau A, Whalen K. Gerontol Geriatr Med. 2018 Mar 14;4:2333721418756994. doi: 10.1177/2333721418756994. Spesso il modo migliore per festeggiare un evento importante è quello di uscire a cena con la propria famiglia. È possibile continuare a farlo, con qualche piccolo accorgimento, anche quando uno dei commensali è affetto da demenza frontotemporale (FTD). […]

26 Aprile 2018|News Familiari|Commenti disabilitati su Al ristorante con la demenza frontotemporale

Effetti della dieta mediterranea sui biomarcatori associati alla malattia di Alzheimer

A cura di Anna Mega Uno studio pubblicato su Neurology ha esaminato la relazione tra l’adesione alla dieta mediterranea e i cambiamenti nei biomarcatori di neuroimmagine associati a AD, considerando l’accumulo di Aβ (rilevata attraverso PiB-PET) e la neurodegenerazione, osservata tramite l’ipometabolismo del glucosio (FDG-PET) e la morte neuronale (RMN). […]

26 Aprile 2018|ULTIM'ORA|Commenti disabilitati su Effetti della dieta mediterranea sui biomarcatori associati alla malattia di Alzheimer

Dal sintomo alla biologia: nuovi criteri di ricerca per la diagnosi della malattia di Alzheimer

A cura di Lorenzo Pini NIA-AA Research Framework: Toward a biological definition of Alzheimer’s disease. Jack CR Jr, Bennett DA, Blennow K, Carrillo MC, Dunn B, Haeberlein SB, Holtzman DM, Jagust W, Jessen F, Karlawish J, Liu E, Molinuevo JL, Montine T, Phelps C, Rankin KP, Rowe CC, Scheltens P, Siemers E, Snyder HM, Sperling R; Contributors. Alzheimers Dement. 2018 Apr;14(4):535-562. Dopo diversi anni di discussione, un pannello di esperti internazionali riuniti sotto l’egida dell’Alzheimer’s Association e del National Institute on Aging ha pubblicato una nuova definizione di malattia di Alzheimer (AD). Come il titolo suggerisce, la malattia viene definita sulla base di specifici processi patologici, discostandosi dall’approccio basato sull’osservazione dei sintomi clinici e sul deterioramento delle funzioni cognitive e funzionali. […]

19 Aprile 2018|News Medici|Commenti disabilitati su Dal sintomo alla biologia: nuovi criteri di ricerca per la diagnosi della malattia di Alzheimer

Effetto di APOE e varianti genetiche comuni sul rischio d’insorgenza della malattia di Alzheimer

A cura di Roberta Baruzzi Il principale fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer (AD) è rappresentato dall’allele ԑ4 del gene APOE. Tuttavia, esistono altre varianti genetiche che possono influire sull’insorgenza di AD, benché in misura meno significativa. […]

19 Aprile 2018|ULTIM'ORA|Commenti disabilitati su Effetto di APOE e varianti genetiche comuni sul rischio d’insorgenza della malattia di Alzheimer