Craik FI et al. (2010)
Delaying the onset of Alzheimer disease: Bilingualism as a form of cognitive reserve.
Neurology. 75:1726-1729.

Molti studi ormai suggeriscono che mantenere uno stile di vita attivo a livello sociale, mentale e fisico costituisce un fattore di protezione contro lo sviluppo di una demenza. In Canada è stata recentemente condotta una ricerca i cui risultati sembrano dimostrare che il bilinguismo possa essere considerato un ulteriore fattore protettivo. A tale scopo sono state coinvolte 211 persone con diagnosi di probabile Malattia di Alzheimer, di queste, 102 erano bilingui. I risultati ottenuti hanno dimostrato che ai pazienti bilingui la diagnosi di Malattia di Alzheimer veniva effettuata mediamente oltre 4 anni dopo rispetto ai monolingui e che l’insorgenza dei sintomi era ritardata di oltre 5 anni. Gli autori hanno quindi concluso che l’essere bilingue, pur non prevenendo l’Alzheimer, sembra essere un fattore di protezione posticipandone l’insorgenza.

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