Ossenkoppele R. et al. (2015)
Cerebrospinal fluid biomarkers and cerebral atrophy in distinct clinical variants of probable Alzheimer’s disease.
Neurobiol Aging. 36:2340-2347.
La Malattia di Alzheimer è invariabilmente caratterizzata dal punto di vista neuropatologico dalla presenza di placche di beta-amiloide e grovigli neurofibrillari, ma nelle fasi precoci può essere associata a distinti pattern di atrofia cerebrale e quindi avere differenti manifestazioni cliniche. Scopo del presente studio è stato quello di valutare l’associazione diretta tra i principali biomarcatori di malattia ricavati da liquor cerebrospinale (CSF) e i pattern di atrofia cerebrale misurati tramite risonanza magnetica, nelle diverse varianti cliniche della Malattia di Alzheimer. Sono stati inclusi 176 pazienti con diagnosi clinica di Malattia di Alzheimer (AD) lieve supportata dalla presenza di riduzione del dosaggio di beta-amiloide nel CSF. Il campione era composto da 52 pazienti che presentavano atrofia corticale posteriore (PCA), 29 con diagnosi di afasia progressiva primaria variante logopenica (lvPPA) e infine pazienti con presentazione tipica di AD, ulteriormente suddivisi in 52 a esordio precoce (EOAD) e 42 a esordio tardivo (LOAD) in base al fatto che i sintomi fossero comparsi prima o dopo i 65 anni. E’ stata quindi valutata la prevalenza di positività per tau e tau fosforilata (p-tau) al CSF tra i diversi gruppi, che vengono comunemente interpretati come marcatori di neurodegenerazione. Successivamente, tramite un’analisi voxel-based morphometry (VBM) condotta sulle immagini di risonanza magnetica, è stata valutata la associazione lineare tra il dosaggio CSF di beta-amiloide, tau e tau fosforilata e il volume di sostanza grigia, nelle diverse varianti cliniche. I risultati hanno mostrato come la positività ai diversi biomarcatori per la Malattia di Alzheimer fosse comparabile nelle diverse varianti cliniche. Contrariamente a quanto atteso, tuttavia, il dosaggio di beta-amiloide liquorale era associato significativamente all’atrofia in regioni tipicamente coinvolte nelle rispettive varianti cliniche, mentre questo non si verificava per i valori di tau e p-tau. Gli autori concludono che, nelle fasi precoci di malattia, un ridotto dosaggio di beta-amiloide nel CSF riflette maggiormente lo stato attuale di avanzamento neuropatologico della malattia, rispetto a tau e p-tau generalmente interpretate come marcatori di neurodegenerazione.