A cura di Roberta Baruzzi

Esiste un’associazione tra cambiamenti nella pressione sanguigna in tarda età, disturbi cerebrovascolari e malattia di Alzheimer (AD)? Questo è quanto hanno voluto indagare i ricercatori di un recente articolo pubblicato su Neurology in uno studio di coorte su un gruppo di 1288 anziani sani. I partecipanti sono stati monitorati con un controllo annuale della pressione sanguigna per 8 anni in media. La presenza di patologia cerebrovascolare e/o Alzheimer è stata successivamente studiata con l’esame post-mortem del cervello. Dallo studio è emerso che un aumento della pressione sanguigna in tarda età comporta un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari, in particolare per quanto riguarda la pressione sanguigna sistolica. Diversamente, non è stata trovata alcuna associazione tra pressione sanguigna e la presenza di placche di amiloide (segno caratteristico di AD). Pertanto, da quanto riportano i ricercatori, la pressione sanguigna è associata ad un aumento del rischio cerebrovascolare ma non è stato rilevato alcun legame significativo con lo sviluppo di AD.

L’articolo originale è disponibile al seguente link:
https://doi.org/10.1212/WNL.0000000000005951