La patologia sottostante la malattia di Alzheimer (AD) può essere quantificata in vivo sia misurando nel liquido cerebrospinale (CSF) i livelli delle proteine Abeta 1-42, total-tau (t-tau), e tau fosforilata (p-tau 181p), che attraverso la tomografia ad emissione di positroni, usando, tra gli altri, il tracciante (11C) Pittsburgh compound – B (11C-PIB PET). Gli studi che hanno valutato la concordanza tra queste misure hanno tuttavia fornito risultati contrastanti, ed è stato suggerito che la 11C-PIB PET possa essere di grande utilità clinica, sopratutto nell’identificare quei pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), che progrediranno alla fase di AD. Questo studio mira a stabilire la concordanza e l’accuratezza diagnostica dei biomarcatori di CSF e 11C-PIB PET in una coorte di 68 pazienti con MCI e 35 con AD. I cut-off usati per determinare la concordanza sono stati i seguenti: 11C-PIB PET >1.41; Abeta 1-42 <450 pg/mL e <550 pg/ml, Abeta 1-42/p-tau 181p <6.5, e Abeta 1-42/t-tau 1.14. La concordanza tra 11C-PIB PET ed Abeta 1-42 è risultata quella più elevata, rispettivamente nei soggetti MCI stabili (67%), negli AD (60%) e negli MCI che successivamente progrediscono ad AD (33%). La concordanza risulta migliore in tutti i gruppi quando si considerano misure liquorali di Abeta 1-42 <550 pg/mL o il rapporto tra Abeta 1-42 e tau. La precisione della classificazione tra MCI che convertono e coloro che rimangono stabili è risultata migliore per 11C-PIB PET (73%), rispetto a Abeta 1-42 (58%), Abeta 1-42/t-tau (63%) e Abeta 1-42/p-tau 181p (65%). I risultati confermano quindi che 11C-PIB PET è il miglior indicatore di progressione verso AD nei pazienti con MCI, rispetto alle altre misure di CSF. La discordanza tra le misure di 11C-PIB PET ed i marcatori liquorali suggerisce che non possono essere usati in modo intercambiabile, come invece avviene attualmente.