Maki Y. et al. (2012)
Anosognosia: Patients’ Distress and Self-awareness of Deficits in Alzheimer’s Disease.
Am J Alzheimers Dis Other Demen. 27:339-345.

L’incapacità del paziente di riconoscere e riferire di avere un deficit (anosognosia) è uno dei sintomi tipici nella malattia di Alzheimer (AD). Alcuni studi hanno ipotizzato che i sintomi comportamentali e psicologici presenti nella demenza (BPSD) possano essere causati da deficit della consapevolezza. Tali sintomi si ripercuotono su chi accudisce il malato (caregiver) andando a incrementare il suo carico di stress. Uno studio condotto in Giappone ha valutato il grado di consapevolezza di malattia dei pazienti e il livello di sofferenza ad esso correlato. Lo studio ha coinvolto 53 coppie di caregiver e pazienti con AD lieve o moderato. L’anosognosia è stata valutata confrontando le risposte date dal paziente e dal caregiver a quesiti che indagavano varie aree. I risultati dell’indagine mostrano che la discrepanza tra la percezione della malattia da parte del paziente e del caregiver aumenta con l’evolvere della malattia, ma non sempre il caregiver se ne rende conto. Ciò potrebbe contribuire a incrementare i BPSD. Poiché la relazione con il caregiver è uno dei fattori sociali che più influiscono sul paziente, modificare l’atteggiamento di chi lo accudisce può essere di aiuto per il trattamento dei BPSD. Al contrario, tentare di modificare la consapevolezza del paziente, per esempio con approcci di aumento della stessa, risulterebbe inappropriato. Il declino delle abilità è inevitabile per i pazienti con AD e un approccio di questo tipo forza il paziente a confrontarsi con il deficit e può produrre effetti avversi come ansia e abbassamento della stima di sé e della motivazione. Capire la disabilità del paziente partendo dalla sua prospettiva è l’essenza di un intervento di successo.

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